«Sono grata a FdI, ma mi sento più moderata, non così a destra».
Così, in un’intervista a Repubblica, Rachele Mussolini, nipote del Duce e stra-votata consigliera meloniana in Campidoglio, spiega il suo passaggio a Forza Italia.
«Ci ho pensato a lungo, è stata una scelta sofferta. FdI – e prima ancora An – è stata la mia casa per vent’anni. Ma ho una sensibilità più centrista. E FI è lo sbocco naturale. Perderò tante preferenze, ma mi rimbocco le maniche per prenderne di nuove».
Sulla sua scelta, aggiunge, «avevo detto ai vertici del partito la mia intenzione. Credevo di avere più tempo, per dirlo a tutti. A volte in FdI ho fatto un po’ da controcanto sui diritti, ma non mi ha mai chiamato nessuno per farmi la ramanzina. C’è sempre stato rispetto. Però in politica un conto è esprimere il proprio pensiero, un altro è poterlo realizzare. Per questo ho deciso di lasciare. Ma resto orgogliosa del governo Meloni». Mussolini si dice a favore dello Ius Scholae: «E perché no? È naturale concedere la cittadinanza, dopo un ciclo di studi di 10 anni, a un ragazzo che magari è nato in Italia e parla il dialetto romano meglio di me! È un modo per sedare i problemi di integrazione, che altrimenti si acuiscono. Ed è anche un arricchimento se le culture s’incontrano, nel rispetto delle tradizioni. Fino a qualche anno fa FdI era a favore… Ora mi è stato detto che il tema non è nell’agenda di governo. Capisco che i problemi siano tanti, è vero, ma nulla toglie al fatto che si possa comunque inserire. Le mie figlie, i nostri figli sono già avanti. Spero che FdI lo voti.
Infine, sul caso Boccia commenta: «Bisogna essere molto cauti con le persone che si frequentano. Soprattutto quando si hanno cariche così alte, è fondamentale andarci coi piedi di piombo. Ci sono state leggerezze. È stata una questione di cuore, diciamo così. Di sicuro è costata tanto».