C’è un adranita tra le eccellenze artistiche italiane consacrate ieri alla serata finale del Premio Le Maschere del Teatro italiano: si tratta di Gaetano La Mela, 50 anni, cui è andato il riconoscimento per la categoria “migliori luci” per lo spettacolo “Esercizi di stile” prodotto dal Teatro Stabile di Catania.
A mezzanotte, in diretta-differita su Rai Uno dal Teatro Argentina di Roma, in tanti hanno atteso che si svelassero i nomi dei vincitori delle 13 categorie. Quando l’impeccabile e sempre gradevole Tullio Solenghi, conduttore della serata, ha letto la terna relativa ai ‘maestri illuminanti’ e poi il nome del vincitore Gaetano La Mela in tanti hanno lanciato un grido di gioia. Sul palco, emozionato e felice, La Mela ha sottolineato che il premio ricevuto appartiene a tutto il Teatro Stabile di Catania: “È un premio che voglio dedicare ad Armando Pugliese, un grande regista che ha dato tanto al teatro italiano e che mi ha insegnato tanto”.
Inebriato dalla magia della serata che lo ha incoronato miglior ‘lighting designer’ dell’opera teatrale ‘Esercizi di stile’, al telefono da Roma Gaetano La Mela racconta al Corriere Etneo della emozione grandissima provata ieri. I primi a congratularsi con lui sono stati il direttore artistico e la presidente del Teatro Stabile Etneo – Graziano Piazza e Rita Gari Cinquegrana – presenti alla cerimonia di ieri sera. “Il premio – sottolinea Gaetano La Mela – non è soltanto mio ma di tutto lo ‘Stabile’ di Catania. È grazie al lavoro dei miei colleghi del reparto elettrico che abbiamo potuto realizzare l’impianto: Salvo Costa, Giuseppe Noè e Marco Gravina. In tanti mi hanno dimostrato la loro gioia per questo premio da me ricevuto. Sapeste quanti messaggi, quante parole d’affetto ho ricevuto dalle persone che mi hanno sostenuto. Ieri ci è stata comunicata una bellissima novità: martedì 10 settembre il Presidente della Repubblica Mattarella riceverà al Quirinale noi premiati nel corso di una cerimonia ufficiale.
“Lo spettacolo per il quale sono stato premiato – continua La Mela – ha una impostazione tecnico- espressiva particolare. È uno spettacolo insolito. Lo stesso impianto tecnico è fuori dai canoni. Mi sono servito di materiali come neon e street led per creare di reinterpretare i quadri dell’astrattismo espressionista di Mark Rothko (pittore statunitense di origine ebraico-lettone ndr). Tutto è partito da lì. Ne ho parlato con la regista Emanuela Pistone e le è piaciuta l’idea”.