Centuripe raddoppia e non abbassa la guardia nel vigilare contro la realizzazione della mega-discarica di contrada Muglia. Dopo il corteo super partecipato di domenica scorso, al Consiglio comunale di ieri sera si è registrata una partecipazione massiccia di centuripini e “forestieri” legati per contiguità territoriale al destino dell’area. L’interesse per l’argomento all’ordine del giorno ha richiamato centinaia di persone che hanno affollato perfino le scale di accesso all’aula consiliare, già stracolma di partecipanti.
Commovente e trascinante, tanto da meritare una standing ovation, l’intervento di Salvatore La Spina che lavora da anni agli Uffizi di Firenze e cura gli eventi culturali del museo famoso nel mondo.
La Spina si è soffermato sulla bellezza dei luoghi dove egli è cresciuto e lo ha fatto con una intensità tale da commuovere quanti ieri hanno assistito alla seduta consiliare.
Al Consiglio dedicato alla discarica ha partecipato, ovviamente, anche il sindaco di Centuripe Elio Galvagno.
Di importante c’è da registrare che anche i consiglieri di maggioranza, con una dichiarazione della portavoce Leocata, hanno espresso la loro ferma opposizione al progetto come ha fatto la parte restante del consiglio.
Presenti ieri sera anche gli amministratori dei comuni vicini, in particolare Catenanuova e Paternò che hanno espresso la loro preoccupazione per il progetto della società catanese Oikos.
In prima fila, naturalmente, i produttori agricoli della zona e i rappresentanti dei comitati “No Discarica” di Catenanuova e Centuripe.
Assai apprezzati gli interventi dell’ ingegnere ambientale Angelo Parisi e del docente dell’Università di Messina Beniamino Ginaponti i quali hanno illustrato la vicenda sotto il profilo squisitamente tecnico.
Sulla vicenda il sen. Fabrizio Trentacoste del M5S ha presentato una interrogazione al Ministro dell’Ambiente che pubblichiamo qui di seguito:
Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare – Premesso che, a quanto risulta agli interroganti: in data 25 ottobre 2018 la ditta OIKOS SpA, a firma del suo amministratore delegato, avvocato Luciano Taurino, ha presentato al Comune di Centuripe (Enna) una proposta per la realizzazione di una piattaforma integrata di gestione e valorizzazione dei rifiuti da realizzarsi nel comune stesso, in contrada Muglia, in variante allo strumento urbanistico vigente;
Ugualmente la ditta OIKOS ha presentato istanze per l’ottenimento dei nulla osta a procedere a tutti gli organi competenti per le diverse materie; immediatamente dopo la notizia della presentazione dell’istanza, le cittadinanze dei comuni viciniori all’area nella quale dovrebbe sorgere l’impianto (Centuripe e Catenanuova nell’ennese, ma anche Paternò, Biancavilla e Ramacca nel catanese) hanno manifestato particolari preoccupazioni per i possibili impatti negativi sull’area; da un’analisi dell’istanza presentata al Comune, il progetto appare sostanzialmente un trasferimento della grande discarica che la stessa ditta gestisce da anni in contrada Tirirì tra i comuni di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco
L’area, sebbene non direttamente vincolata, è interessata dalla presenza di diversi beni isolati già catalogati dal piano paesistico regionale e tra questi le due masserie Spitaleri, i ruderi di contrada Torre, nonché i resti preistorici con pitture e graffiti della contrada Pietralunga. Inoltre tale area ricade in parte all’interno di un’area vincolata idrogeologicamente, in quanto parte di un’asta fluvio-torrentizia che, peraltro, si pone in zona immediatamente a monte della fertile piana di Catania e diviene corpo idrico fondamentale all’approvvigionamento delle coltivazioni agrumicole della stessa piana; considerato che:
L’area, detta di Muglia, è interessata da una presenza geotermale, che si manifesta con periodi di emissione e lunghi periodi di stanca, rappresentando un ulteriore momento di complicazione del quadro gestionale di un simile impianto; l’impianto prevede un approvvigionamento mediante conferimento da parte di soggetti pubblici di rifiuti solidi urbani ed assimilabili non differenziati o mal differenziati per la successiva produzione di combustibile solido secondario (CSS), anche mediante impianto di trattamento meccanico-biologico (TMB); simili cicli sono stati superati dal dettato della direttiva (UE) 2018/850, che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti.
Direttiva che obbliga gli Stati membri ad attuare politiche di drastica riduzione del conferimento in discarica e di “valorizzazione”; con ogni possibile previsione, la produzione di CSS rappresenta un presupposto alla “naturale” creazione di sistemi di incenerimento (termovalorizzazione) che non fanno parte del sistema ipotizzato dalla Regione Siciliana e, tantomeno, di un sistema teso a garantire la circolarità dell’intero ciclo, confliggendo in tal modo con quanto previsto dalla direttiva (UE) 2018/851, che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti; considerato inoltre che
Le previsioni fatte dall’azienda proponente vedrebbero il conferimento da parte del territorio “naturale” sotteso alla discarica come estremamente “minimale” rispetto a quello previsto da territori ben più lontani, con un business plan che si basa essenzialmente sulla convinzione che lo stato di crisi in cui versa il sistema siciliano abbia a continuare sine die; considerato infine che, a parere degli interroganti: la logica alla quale si ispira il progetto è quella del pubblico che, non riuscendo a creare i presupposti per una gestione complessa e completa del ciclo, finisce per rendere al privato non solo le materie prime seconde ma anche il costo altissimo di conferimento;
La forchetta di indebitamento dei cittadini dell’area dell’ex ATO Enna 1 è stimabile tra i 160 ed i 200 milioni di euro per circa 160.000 abitanti (quindi nella migliore delle ipotesi posta intorno ai 1.000 euro pro capite), si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e se, nell’ambito delle proprie competenze e fatte salve le specifiche attribuzioni regionali, non ritenga di assumere le opportune iniziative, affinché il Comune interessato esprima il diniego alla richiesta di variante allo strumento urbanistico vigente e, quindi, alla realizzazione dell’impianto.