Ciancitto (FdI) presenta mozione alla Camera per sostenere i malati di sindrome fibromialgica

Ciancitto (FdI) presenta mozione alla Camera per sostenere i malati di sindrome fibromialgica

Una mozione, presentata alla Camera dei deputati, a sostegno dei malati di fibromialgia, malattia reumatica debilitante che determina, di conseguenza, anche problemi di carattere psicologico per chi ne soffre, come: ansia, depressione, attacchi di panico.

A porre attenzione al tema il deputato nazionale, Francesco Ciancitto, componente della commissione Affari sociali.

“La sindrome fibromialgica conta più di 100 sintomi – si legge nella mozione -. Tutti altamente invalidanti che influiscono negativamente sulla qualità della vita di chi ne è affetto. Nell’Unione europea quasi 14 milioni di persone soffrono di tale sindrome, che colpisce soprattutto le donne in età compresa fra i 25 e 55 anni, ma può osservarsi a ogni età, compresa l’infanzia e sono in aumento i casi fra gli adolescenti. In Italia colpisce circa 1,5-2 milioni di individui, con un rapporto uomo-donna di 1:8. Non esistono a tutt’oggi esami diagnostici specifici o marcatori per l’individuazione della sindrome fibromialgica, né terapie risolutive di provata efficacia sul controllo del dolore e dei tanti sintomi collaterali – si legge ancora nel documento presentato alla Camera – ed i pazienti richiedono trattamenti multidisciplinari e farmacologici.”

A questo si aggiunge che non sempre la diagnosi arriva subito, spesso trascorrono anche anni, con il risultato che il malato è costretto a più ricoveri in ospedale, trasformando la quotidianità in un calvario.

“A livello territoriale, numerose regioni hanno riconosciuto la sindrome fibromialgica come malattia invalidante – si legge ancora nella mozione – avviando percorsi per il riconoscimento e la presa in carico dei malati. Le province autonome di Trento e di Bolzano hanno garantito ai malati il diritto all’esenzione per patologia dalla compartecipazione alla spesa sanitaria, oltre che un maggior punteggio in sede di determinazione dell’invalidità civile; anche in Veneto le è stato attribuito lo status di malattia rara e Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Emilia-Romagna, Campania e Toscana hanno avviato il percorso per l’inclusione della patologia tra le malattie rare e invalidanti; sebbene questi, a livello regionale, siano risultati importanti, occorre un intervento unitario per garantire omogeneità di cure e uguaglianza dei pazienti.”

Un riconoscimento della malattia, dunque, come cronica e invalidante per permettere, di conseguenza, il regime di esenzione, per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, a quanti ne soffrono.

Ciancitto nella mozione avanza anche altre richieste al Governo, come: l’avvio di un percorso diagnostico e terapeutico uniforme in Italia; l’erogazione dei farmaci per i malati; l’istituzione, presso il Ministero della salute, del registro nazionale della sindrome fibromialgica; la promozione, in collaborazione con le regioni e con le associazioni maggiormente rappresentative, di periodiche campagne di informazione e di sensibilizzazione. La mozione Ciancitto è stata condivisa e sottoscritta dai deputati Lazzarini, Benigni, Brambilla, Vietri, Loizzo, Cappellacci, Lancellotta, Panizzut, Patriarca, Ciocchetti, Colosimo, Maccari, Morgante, Rosso, Schifone, Testa.

«Il Ministro della Salute – evidenzia Ciancitto – ha già attenzionato la sindrome  fibromialgica, come dimostra il dialogo costante con le associazioni dei pazienti, il mondo scientifico ma anche con tutte le altre forze politiche, affinché tutte le persone con tale patologia non si sentano più sole. Il suo inserimento nell’elenco delle malattie croniche e invalidanti, agevolerebbe il trattamento dei pazienti. L’intervento nazionale – dice ancora Ciancitto – si rende indispensabile per uniformare le prestazioni regionali, in questo momento difformi, garantite ai circa 3 milioni di pazienti in cura. Infine, è importante l’istituzione di un percorso finalizzato ad inserire la fibromialgia nell’elenco delle malattie croniche, precisando i gradi d’invalidità, derivanti dal persistere della malattia nei suoi differenti stadi di severità, visto che ha un notevole impatto anche nell’ambito lavorativo di chi ne soffre.»

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