A Catania, nell’ambito dell’inchiesta dello stupro della ragazzina di 13 anni all’interno della Villa Bellini che ha portato al fermo di sette cittadini di nazionalità egiziana, al termine dell’interrogatorio di garanzia il Gip per i minorenni di Catania ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tre degli indagati.
Si tratta di due minorenni e un giovane che ha già compiuto 18 anni, la cui posizione è stata trasmessa, per competenza funzionale, alla procura distrettuale. “Il mio assistito ha confermato quanto aveva detto prima, quindi è stato un interrogatorio lampo, ha spiegato che la sua presenza sul posto è stata del tutto casuale, era lì perché aveva sentito gridare. Ma qualunque altra valutazione al momento è prematura”.
Lo ha detto l’avvocato Salvatore Ganci che assiste il maggiorenne agli arresti domiciliari per la violenza di gruppo alla Villa Bellini. Il legale ha aggiunto che “sembra che ci fossero tra i 10 e i 7 ragazzi presenti, ma al momento il fermo ne indica 7 e se ci sarà qualcosa in più verrà fuori dalle indagini”. Il penalista ha rivelato che il suo assistito “si è reso conto della gravità dei fatti da subito, per questo ha prima parlato con gli operatori della comunità e poi con i carabinieri”.
L’avvocato Alessandro Fidone che assiste due dei fermati per la violenza di gruppo alla villa Bellini di Catania ha specificato che un indagato “si è avvalso della facoltà di non rispondere l’altro invece si è fatto interrogare e ha risposto alle domande del gip. Il primo vive in comunità il secondo lavora ad Acireale. Sono in provincia di Catania da due anni”. Inoltre il legale ha evidenziato che il giovane che ha parlato con il gip “si è detto estraneo ai fatti” aggiungendo che “era sul posto ma non ha partecipato all’aggressione e ha capito la gravita dei fatti”.