I Carabinieri della Compagnia di Acireale, con il supporto dei colleghi del 12° Reggimento “Sicilia” e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania – che nel Comune di Aci Sant’Antonio, poco più di un mese fa, avevano già scoperto e sequestrato una discarica abusiva in area sottoposta a vincolo paesaggistico – hanno organizzato una serie di servizi coordinati a largo raggio, finalizzati in questa occasione a contrastare la criminalità ambientale e le irregolarità nel settore edile nella “terra delle Aci”, proprio per difendere le bellezze che contraddistinguono l’area etnea ed eliminare tutte quelle forme di abuso che lo deturpano, arrecando danni irreversibili per la collettività.
Sempre in Aci Sant’Antonio, i militari in forza a quella Stazione hanno così individuato, nell’area prossima al cimitero, un terreno che, pur risultando registrato come “vigneto”, appariva, ad una preliminare ispezione esterna, adibito ad un utilizzo completamente diverso, vista la presenza di numerose carcasse di autovetture.
Compreso quanto stesse accadendo, i Carabinieri di Aci Sant’Antonio, coinvolgendo anche i Reparti specializzati dell’Arma, hanno quindi deciso di approfondire le verifiche, accedendo in prima battuta al sito, a cui si arriva percorrendo una stradina di campagna, dove si è stagliata davanti ai loro occhi, una vera e propria discarica abusiva di circa 800 metri quadri.
L’ex vigneto era, infatti, disseminato di veicoli, in parte o totalmente cannibalizzati, nonché pezzi di ricambio, centraline, autoradio, parti meccaniche e targhe, accatastate le une sulle altre, in vere e proprie piramidi.
Avviati gli accertamenti, è così emerso come l’intera attività di autodemolizione fosse completamente abusiva. Ad aggravare poi ulteriormente la situazione, non solo la presenza poi sul terreno di molti rifiuti in plastica ed in ferro, ovvero gli scarti dallo smontaggio delle autovetture, ma anche la scoperta che in quel terreno venivano sversate, senza alcuna autorizzazione, acque reflue di rifiuti industriali, senza essere prima sottoposte al previsto trattamento depurativo.
Abusivi sono infine risultati anche i manufatti edili rinvenuti sull’area, ossia un capannone, in cui era stata allestita un’officina, una villetta ed una tettoia, tutti costruiti senza alcuna concessione edilizia.
L’intera area è stata pertanto sottoposta a sequestro, mentre i due proprietari – marito e moglie – sono stati denunciati per reati in materia ambientale e nel settore edilizio.
In una seconda fase del servizio, l’attenzione dei Carabinieri si è poi rivolta anche a due cantieri di edilizia residenziale nelle aree rurali del Comune. Nel frangente, presso la prima area cantierile è stata rilevata la violazione di diverse norme per la sicurezza sui luoghi di lavoro, quali l’omessa sorveglianza sanitaria dei lavoratori, l’assenza di formazione in materia di salute e sicurezza, nonché una inadeguata viabilità e la mancanza di servizi igienico sanitari all’interno del cantiere. Un operaio, inoltre, era irregolare.
Presso il secondo cantiere, invece, dove è in corso la costruzione di circa 30 villette, oltre all’inosservanza delle norme sulla sicurezza dei lavoratori, sono stati trovati anche 6 operai irregolari, di cui uno totalmente “in nero”.
Per tali motivi, i tre titolari delle ditte di costruzione controllate sono stati denunciati, mentre per uno di loro è scattata anche la sospensione dell’attività imprenditoriale e una sanzione di 2.500 euro, proprio perché un lavoratore non risultava mai essere stato assunto, in violazione di tutte le prescrizioni normative di settore.
Nel complesso ammontano a circa 20.000 euro le sanzioni economiche che sono state elevate nell’ambito delle attività ispettive messe in atto.