Nell’ambito di un’operazione senza precedenti denominata “Oleandro,” la Guardia di Finanza ha eseguito 14 arresti e posto una persona agli arresti domiciliari, tutti ritenuti facenti parte del temuto “gruppo di Picanello” del clan Santapaola-Ercolano.
L’azione è stata coordinata su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania e si è estesa a diverse province italiane, tra cui Catania, Caltanissetta, Arezzo, Napoli e Udine.
Prestiti Usurari e Riciclaggio: Il Modus Operandi del Clan
A capo del clan, noti come i “reggenti,” figurano Carmelo “Melo” Salemi, 65 anni, e Giuseppe Russo, 48 anni, conosciuto come “il giornalista” o “l’elegante.” I due avrebbero utilizzato una stalla come luogo di incontri strategici con i loro sodali. L’operazione ha svelato che il gruppo aveva sviluppato un lucroso sistema di prestiti a tassi usurari, inserito in un più ampio schema di reinvestimento dei proventi illeciti derivanti dal traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni e gioco d’azzardo.
Gli indagati avrebbero, inoltre, adottato metodi tipicamente mafiosi per minacciare le vittime e garantirsi il pagamento delle rate di capitale e interessi. Le indagini hanno portato alla luce un intricato meccanismo di finanziamenti di piccolo taglio, oscillanti tra i 500 e i 2.500 euro, da restituire con tassi di interesse che variavano dal 140% al 350% su base annua.
Il Ruolo Chiave di Nunzio Comis e il Riciclaggio di Fabrizio Giovanni Papa
Uno degli elementi chiave nell’attuazione di queste attività sarebbe stato Nunzio Comis, 40 anni, figlio del boss Giovanni. Comis è stato arrestato dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Catania nel 2020 mentre tentava di riscuotere il pagamento di una rata di un prestito a usura da un imprenditore.
L’accusa sostiene che il riciclaggio dei proventi illeciti sia stato affidato a Fabrizio Giovanni Papa, 58 anni, imprenditore attivo nel settore dell’edilizia e ritenuto particolarmente legato al gruppo di Picanello e a Carmelo Salemi. La Dda di Catania sostiene che Papa avrebbe messo a disposizione le sue società per il riciclaggio di ingenti quantità di contanti provento delle attività criminali del clan, contribuendo così ad occultarne l’origine illecita e per il successivo reinvestimento in attività economiche o finanziarie, principalmente nell’edilizia, attraverso le stesse imprese a lui riconducibili.
Il bilancio complessivo dell’operazione “Oleandro” include 14 persone dietro le sbarre, una agli arresti domiciliari, il sequestro di nove imprese edili a Catania, e la confisca di 81 fabbricati e terreni nelle province di Catania e Arezzo, oltre a cinque autovetture e disponibilità finanziarie per un valore superiore ai 12 milioni di euro. L’operazione rappresenta un duro colpo al clan Santapaola-Ercolano e alla sua rete di attività illecite, dimostrando l’impegno delle autorità nel contrastare la criminalità organizzata sul territorio nazionale.