Vacanza, la truffa della “Case di montagna fantasma”: i consigli per evitare la beffa

Vacanza, la truffa della “Case di montagna fantasma”: i consigli per evitare la beffa

Le vacanze invernali sono ormai iniziate così come sono già iniziate le truffe delle «case fantasma», di cui, sui canali social e su piattaforme famose, si trovano fotografie degli interni di una casa che non si trova nel luogo richiesto e l’identificativo di un’altra casa ancora.

Truffe in continua crescita, soprattutto in località famose del Trentino, ma anche della Lombardia. «Le truffe sono tante, ma le denunce poche», spiega ad Agenzia Nova l’amministratore di un gruppo dedicato a Madonna di Campiglio e dintorni.

«Spesso utilizzano documenti falsi, ma anche veri, si fanno pagare caricando le carte revolving e poi le svuotano subito. Rubano i codici identificativi turistici provinciali (Cipat) e foto di altri appartamenti ancora».

Per esempio, un uomo ha pubblicato un annuncio prendendo il Cipat di un appartamento di un signore di Milano che ha una casa in Val di Sole e le foto di una di Canazei. «Risalendo al legittimo proprietario dal Cipat della casa in Val di Sole, l’ho avvertito e ha detto che sarebbe andato a denunciare. La casa di Canazei, invece, e’ di proprieta’ di una signora che vive in Sicilia. Ma non sono casi isolati, ci sono quelli che hanno un nome diverso, ma la stessa foto profilo su un gruppo di Livigno». Un altro campanello d’allarme sono le foto delle abitazioni: «stranamente non ci sono mai le foto da fuori, perche’ logicamente le case vengono riconosciute». Oppure, se le foto della casa vacanza e del luogo di vacanza sono troppo belle: possono essere state prese da siti internet, quindi meglio chiederne altre, magari dall’esterno in cui si vede il numero civico, in modo da fare una verifica su Google Maps. Ci sono poi casi «estremi» e particolarmente sfortunati come quello di una signora che ha fatto un bonifico ed e’ stata truffata, poi ha proseguito la ricerca della casa vacanza ed e’ stata truffata di nuovo. Nel caso del Trentino, sul sito istituzionale della provincia autonoma c’e’ la possibilita’ di verificare il Cipat, vedere se quello che si trova sull’annuncio corrisponde all’immobile di cui si parla. Se dal sito si vede che il codice dell’appartamento corrisponde a, per esempio Canazei, e’ una palese truffa.

Così come devono essere campanelli d’allarme i prezzi troppo bassi rispetto al mercato. Altro argomento sospetto e’ la richiesta di pagare la prenotazione in anticipo. Se e’ comprensibile la richiesta di pagare una caparra al momento della prenotazione per proteggersi in caso di cancellazioni dell’ultimo minuto, se viene chiesto di pagare l’intero importo dell’affitto prima del soggiorno, e’ un segno molto evidente che si tratta di una truffa. Anche chi si dimostra troppo accomodante, accettando qualsiasi tipo di richiesta e non chiedendo di soddisfare alcun requisito minimo, puo’ essere il segnale che qualcosa non va: ad esempio, la possibilita’ di accettare tutti i tipi di animali domestici, di accettare prenotazioni all’ultimo minuto o ospitare un numero di inquilini superi la capacita’ dell’immobile. Un altro esempio che segnala a polizia postale e’ quello del finto proprietario che si trova all’estero e per questo non puo’ accogliere di persona il cliente, al quale viene chiesta una caparra tramite bonifico internazionale. Nel corso della trattativa, il malintenzionato chiede documenti (che utilizzera’ poi per costruire la sua prossima falsa identità), condivide non meno di 2-3 bozze di contratto e chiederà di concludere l’affare entro 24 ore.

Seguira’ «una finta pagina di prenotazione, una finta fattura e… una vera scomparsa dopo aver ricevuto una caparra importante». Diffidare anche di chi dice di aver dato l’incarico ad Airbnb per mostrare la casa: Airbnb è solo un portale di intermediazione, equidistante da host e guest, non è qualcosa di cui Airbnb si occupa. Per non cadere in queste trappole la polizia postale ha recentemente pubblicato una guida per mettere in guardia i vacanzieri. In questa guida viene segnalato di prestare particolare attenzione, innanzitutto, ai link condivisi via email o da altri siti e riferiti ad annunci di affitti sui social, su siti di seconda mano o portali immobiliari. Da evitare le contrattazioni attraverso email o app di messaggistica e rifiutare in ogni caso le richieste di bonifico e i pagamenti fuori dai portali ufficiali di prenotazione, soprattutto se con la promessa di uno sconto. Prestare attenzione anche alle email con il logo della piattaforma: non e’ detto che siano autentiche, ed e’ sempre bene non aprire i link allegati, ma accedere al servizio richiesto digitando direttamente la url nella barra degli indirizzi del browser.

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