di Giuseppe Currao
avvocato ed ex vicesindaco di Adrano nella giunta D’Agate
“I conti della serva” è un modo di dire per indicare un conto minuzioso, pedante, che include anche i minimi spiccioli, paragonato a quello di una domestica che deve giustificare tutto il denaro ricevuto per fare la spesa.
Naturalmente, l’espressione non si addice alla contabilità di un Comune e, soprattutto, di un Comune come Adrano, dove il bilancio raggiunge ogni anno la parità intorno ai 45 milioni di euro e, a volte, centinaia di migliaia di euro (pare che un ex Comandante della Polizia Municipale abbia mandato in prescrizione sanzioni amministrative per oltre ottocentomila euro) ed anche milioni di euro venuti meno alle casse comunali non fanno testo nell’indifferenza più totale della cittadinanza.
Recentemente è tornata alla ribalta la questione ENEL Sole conclusa brillantemente con la elargizione a favore della società cessionaria di ENEL Sole della complessiva somma di euro otto milioni/00, oltre l’onorario dell’avvocato che ha curato la mediazione.
In tal modo, la società ENEL Sole ha percepito, per un servizio che è durato dodici anni (dal 1°.1.2003 al 31.12.2014), la complessiva somma di € 18.158.989,08 (poco più di 1.500.000,00 di euro all’anno).
Indubbiamente una transazione positiva, se si tiene conto che ENEL Sole aveva emesso fatture per oltre 24.000.000,00 di euro: il Comune ha risparmiato (si fa per dire) circa sei milioni di euro
Ma “i conti della serva” non tornano.
Infatti, tralasciando i vari motivi di nullità di quel contratto (affidamento diretto, senza fare ricorso all’evidenza pubblica) e le cose strane che sono successe in quei dodici anni (l’Amministrazione Ferrante fa una prima delibera nel 2011 – la n. 77 del 30.3.2011 – con la quale dichiara che ENEL Sole è decaduta dal contratto fin dal 31.3.2011, e una seconda delibera nel 2013 – la n. 36 del 2.4.2013 – con la quale dichiara la nullità del contratto con ENEL Sole e, poi, però, non fa nulla e si trascina il contratto fino ai primi giorni di gennaio 2015: le due delibere non sono state mai revocate da nessuno), il dato numerico (e sui numeri c’è ben poco da discutere) è il seguente: nel 2002 (l’anno prima dell’arrivo di ENEL Sole) il servizio di pubblica illuminazione ci costava € 469.000,00 all’anno; oggi, il medesimo servizio di pubblica illuminazione ci costa circa € 750.000,00 all’anno.
Orbene, facendo una media tra questi due costi, avremo un costo medio di € 610.000,00 all’anno che, moltiplicato per dodici, fa esattamente € 7.320.000,00.
E, allora, perché dare più di 18.000.000,00 di euro ad ENEL Sole?
Ma questi sono soltanto “i conti della serva” che, naturalmente, non valgono per le amministrazioni comunali, tanto, poi, alla fine pagano soltanto i cittadini, mica gli amministratori.