
È stata arrestata Floriana Calcagno, ritenuta una fiancheggiatrice di Matteo Messina Denaro, per averlo aiutato durante gli ultimi periodi della sua latitanza.
Gli investigatori del Servizio Centrale Operativo e del Ros, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di Calcagno, indagata, in concorso, per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena aggravati dall’essere stati commessi al fine di avvantaggiare l’associazione mafiosa Cosa Nostra. La donna, di professione insegnante, è legata da stretti vincoli parentali con Francesco Luppino, esponente di vertice della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara e storico uomo di fiducia dell’ex latitante.
Le indagini, finalizzate a ricostruire la rete di fiancheggiatori che ha sostenuto l’allora latitante Messina Denaro Matteo – corroborate dall’analisi di tabulati telefonici e traffici di celle, dalla visione di immagini di videosorveglianza e dallo sviluppo delle fonti dichiarative – hanno disvelato il ruolo attivo svolto dall’indagata nelle fasi terminali della latitanza di Messina Denaro Matteo. In particolare, gli elementi investigativi acquisiti conducono ad ipotizzare che Calcagno Floriana abbia fornito all’allora latitante sostegno logistico, aiuto e supporto morale e materiale nel territorio di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Tre Fontane e in altre località della provincia di Trapani, al fine di soddisfarne anche le primarie esigenze personali, assicurandogli attraverso un sistema di staffetta e scorta con la propria autovettura, la possibilità di spostarsi in modo riservato sul territorio e di non essere catturato dalle forze dell’ordine. Sono attualmente in corso delle perquisizioni nella provincia di Trapani, con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato e di personale dello Squadrone Eliportato «Cacciatori Sicilia» dell’Arma dei Carabinieri.
È LA NIPOTE DEL BOSS LUPPINO
Floriana Calcagno è un’insegnante ed è la nipote del capomafia Francesco Luppino. Il marito, Paolo De Santo, è finito in prigione per il favoreggiamento di un altro mafioso: Calogero John Luppino.
Calcagno si presentò in Procura spontaneamente il 21 gennaio del 2023, a soli 5 giorni dall’arresto di Messina Denaro. Al procuratore aggiunto Paolo Guido, che aveva coordinato l’indagine condotta dai carabinieri del Ros, che ha portato alla cattura del capomafia, raccontò di aver scoperto solo allora chi fosse l’uomo che per mesi aveva frequentato e con cui aveva avuto una relazione, sostenendo che a lei si era presentato col nome di Francesco Salsi e che le aveva detto di essere un anestesista in pensione. I due, sempre nel racconto di Calcagno, si sarebbero conosciuti nel 2022 in un supermercato a Campobello di Mazara.
La donna, allora non indagata, raccontò che, dopo averlo rivisto in un paio di occasioni, sempre al supermercato e vicino alla scuola in cui lavorava, aveva iniziato una relazione con Messina Denaro che le aveva rivelato di essere malato di tumore e di stare affrontando la chemioterapia. Ai pm la Calcagno disse che in quel periodo viveva una crisi personale e coniugale, di essere andata una sola volta, nell’autunno del 2022, a casa dell’amante e di averlo poi sentito solo tramite messaggi e telefonate. Ma il ruolo di Calcagno negli ultimi due anni di latitanza del boss sarebbe stato ben altro.
Staffetta, ma non solo. Floriana Calcagno, l’insegnante arrestata per il favoreggiamento di Matteo Messina Denaro, avrebbe avuto un ruolo decisivo nella latitanza del boss. Lo pensano i pm di Palermo che hanno chiesto e ottenuto l’arresto della donna. Dalle indagini è emerso che l’8 luglio 2022 qualcosa di importante venne trasportato nel covo di Campobello di Mazara, che il ricercato indicava in gergo come «zona chiave». Nell’appunto di Messina denaro quel venerdì era stato scritto in rosso dal latitante ed era stata aggiunta la frase: «Venerdì 8 luglio AF – Preso Tutto».
A differenza di altri giorni in cui il boss e la donna viaggiavano nella stessa vettura o ricorrevano a uno specifico sistema di staffetta tra le rispettive auto per proteggere l’«uscita» del latitante, l’8 luglio i due – secondo gli inquirenti – si sono incontrati nel covo per spostare qualcosa di importante che doveva giungere a destinazione. Dalle indagini è emerso anche che per tutta l’estate del 2022 Messina Denaro è stato ospitato in casa di Calcagno.
«Venivano scavalcati i sofisticati meccanismi di ricerca messi in atto dagli investigatori e attraverso le escursioni nella località marina, il capo mafia aveva modo di trascorrere, in totale riservatezza, un pezzo importante del suo percorso di vita, quello forse più delicato quando la malattia si era manifestata in tutta la sua gravità», scrivono i pm.
Messina Denaro e la donna comunque durante le loro frequentazioni hanno fatto anche una vita normale, ad esempio andando al ristorante «A due passi dal mare», che il ricercato aveva prenotato al telefono il giorno prima. Le videocamere, visionate mano a mano dagli investigatori, li hanno ripresi sull’Alfa Romeo lungo la Statale da Petrosino a Mazara del Vallo. «Attraverso un altro sistema ben congegnato il latitante prelevava la Calcagno a scuola e aveva la possibilità di spostarsi da un comune all’altro e di trascorrere buona parte della giornata all’esterno del covo», si legge nella misura cautelare.