Adrano, folla immensa in chiesa Madre ai funerali dei 3 braccianti agricoli. L’Arcivescovo Renna: “Salvo, Rosario, Salvatore, siete voi i nostri veri eroi”

Adrano, folla immensa in chiesa Madre ai funerali dei 3 braccianti agricoli. L’Arcivescovo Renna: “Salvo, Rosario, Salvatore, siete voi i nostri veri eroi”

“Salvatore, Rosario e Salvatore, siete voi i nostri veri eroi”.

Le parole dell’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, pronunciate nell’omelia per i funerali delle tre vittime adranite della strage stradale di Carlentini, toccano il cuore di tutti dentro la chiesa Madre di Adrano, stracolma di cittadini.

Dentro la chiesa e in Piazza Umberto sono arrivate centinaia e centinaia di persone per dare l’ultimo saluto al diciottenne Rosario ‘Saro’ Lucchese, la più giovane delle tre vittime, Salvatore Lanza, 54 anni, e Salvatore Pellegriti, 56. Gli amici di ‘Saro’ indossano una maglietta bianca con la foto del giovane e una scritta affettuosa.

Sono tantissimi i colleghi di lavoro presenti alla cerimonia funebre. Corposa anche la rappresentanza dei sindacati del settore agricolo, duramente colpito dalla tragedia. Presente, all’angolo del sagrato, anche il sindaco di Adrano, Fabio Mancuso, il presidente del Consiglio comunale, Carmelo Pellegriti, molti assessori e consiglieri comunali.

“La dignità più grande – osserva l’arcivescovo Renna, che ha officiato le esequie – è quella di chi ha i calli alle mani. Quella di chi, come onesto lavoratore, mette a repentaglio la propria vita, alzandosi presto al mattino, percorrendo molti chilometri, lavorando sodo e poi ritornando a casa con soldi puliti che sono frutto del proprio lavoro. Chi lavora onestamente oggi – come hanno lavorato Salvatore, Rosario e Salvatore – sono i nostri veri eroi in una società che esalta altri tipi di lavoro che tali non sono. Per cui, dico alle mogli, ai figli, dico a Ludovica la compagna di Rosario, siate sempre orgogliosi di queste persone che sono morte con le mani pulite.

Nell’omelia, il presule catanese ha sottolineato i sacrifici e le difficoltà di chi nel mondo del lavoro agricolo cerca di trovare un’occupazione.

“Si sa quanto deve penare un bracciante per trovare un lavoro – osserva Luigi Renna – e per trovarlo con tutti i diritti che vengano loro riconosciuti. Non sappiamo perché ciò è accaduto. Gli inquirenti troveranno risposte. Noi pensiamo alla loro stanchezza, al loro sonno interrotto troppo presto la mattina, alla durezza del lavoro e alle nostre strade che spesso sono disastrate. La precarietà che circonda il lavoro dei braccianti va sempre denunciata. E qui tutti quanti dobbiamo sentirci corresponsabili, soprattuto noi che guardiamo alla politica che deve poter sempre organizzare il bene comune e la speranza. E mai deludere…Cari nobili braccianti di Adrano, fate sì che i vostri diritti siano sempre riconosciuti”.
Conclusa la cerimonia funebre, prima dell’uscita delle bare, è stata letta una nota commovente scritta dalla figlia di Salvatore Lanza: “Papà, quando ieri ho ricevuto quella maledetta telefonata – scrive Piera Lanza – mi è crollato il mondo adesso. Eravamo così felici dopo la proposta di matrimonio che mi ha fatto Michele. Ora, papà, chi mi accompagnerà all’altare?…Nel giorno della Festa del papà, avrei voluto abbracciarti. Non posso farlo con le mie braccia, perciò lo faccio col cuore. A te devo tutto, sei il mio orgoglio”.

Poche parole, intrise di profonda commozione, da parte del sindaco Mancuso. Il primo cittadino ha prima ringraziato l’arcivescovo Renna, vicino alla comunità adranita sin dal primo minuto, poi ai sindacati che hanno fatto sentire la loro vicinanza alle famiglie delle vittime, ai sindaci siciliani che hanno inviato messaggi di cordoglio. “Siate orgogliosi dei vostri cari – ha detto Mancuso ai parenti delle tre vittime – perchè Salvatore, Rosario e Salvatore hanno lasciato in questa città profumo di umiltà. Ai familiari dico che ora c’è un impegno, non di Fabio Mancuso ma delle istituzioni: “Non vi lasceremo da soli. Mai”.
Sottolineata da tanti applausi l’uscita delle bare dalla chiesa.

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