Catania: “Né sfide né giochi di morte”. La famiglia di Simone chiede la verità sulla morte del giovane e respinge ipotesi fantasiose

Catania: “Né sfide né giochi di morte”. La famiglia di Simone chiede la verità sulla morte del giovane e respinge ipotesi fantasiose

“Con amarezza” i familiari di Simone D’Arrigo “hanno letto titoli di giornali e post sui social che attribuiscono la scomparsa del figlio a ‘sfide’ o ‘giochi di morte’, ipotesi non suffragate da alcun elemento certo. I primi a voler conoscere la verità sull’accaduto sono loro stessi e per tale motivo attendono gli esiti delle indagini della Procura di Catania che ritengono possa essere l’unica istituzione che può far luce sull’accaduto”.

Lo afferma l’avvocato Luca Blasi, legali dei genitori di Simone D’Arrigo, il 16enne morto all’ospedale San Marco di Catania dove era stato ricoverato sabato sera dopo essere precipitato da uno dei lucernari del parcheggio aperto al pubblico sul tetto del centro commerciale Etnapolis di Belpasso.

“Nonostante l’attenzione pubblica sul caso – aggiunge il penalista – in questo momento non ritengono di rilasciare dichiarazioni, se potranno essere utili alle indagini, per quel poco di cui sono a conoscenza, lo faranno con le autorità preposte a svolgere le indagini anche attraverso il mio ausilio auspicando che cessi la divulgazione di notizie non supportate da elementi certi anche al fine di tutelare il loro dolore e garantire il corretto svolgimento delle indagini”.

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