Musica, il pianista Remo Anzovino in tour con il nuovo album ‘Atelier’: il 27 al Centro Zō

Musica, il pianista Remo Anzovino in tour con il nuovo album ‘Atelier’: il 27 al Centro Zō

Un incontro tra diversi colori, timbri e registri musicali. Un nuovo viaggio tra le mille possibilità espressive e stilistiche del pianoforte.

Remo Anzovino, compositore e pianista, tra i più originali ed eclettici interpreti del nostro tempo, presenta in tour il nuovo disco «Atelier», con cui festeggia i venti anni di carriera.

Si inizia il 14 marzo a Firenze (Sala Vanni), per proseguire il 15 marzo a Torino (Chiesa di Santa Pelagia), il 17 marzo a Milano (Teatro dei Filodrammatici), il 25 e 26 marzo a Palermo (Teatro Agricantus), il 27 marzo a Catania (Zo Centro Culture Contemporanee), il 4 aprile a Bologna (Teatro San Leonardo), il 10 aprile a Napoli (Auditorium Novecento), il 12 aprile a Roma (Spazio Rossellini), il 16 aprile a Padova (Sala dei Giganti), il 3 maggio a Bari (Teatro Forma).

Uscito su etichetta Decca Italy e distribuito da Universal Music Italia, il nuovo disco in pochi giorni si è posizionato al 7mo posto nella top 20 dei vinili più venduti e al 53mo posto della classifica generale, divenendo di fatto l’unico disco di musica strumentale ad essere presente nella classifica FIMI/GFK dei 100 album più venduti e ottenendo il suo miglior piazzamento di sempre, a testimonianza di un sempre crescente seguito di pubblico. Il disco in piano solo – anticipato dai brani Chaplin, Istanbul e Galilei e disponibile su tutte le piattaforme digitali e in versione fisica – arriva dopo ventuno album e a distanza di due anni da «Don’t Forget to Fly», il suo ultimo lavoro in studio. Compongono l’album un inedito e venti brani scelti tra i suoi lavori più rappresentativi e quelli più amati dal pubblico, qui ri-composti dal vivo e dunque rinati in nuove e originali versioni.

Pianista e compositore tra i più eclettici della musica strumentale contemporanea con oltre trenta milioni di streaming sulle principali piattaforme digitali, Remo Anzovino ripercorre in questo disco una carriera che ha saputo fondere musica, arte e cinema e che lo ha portato, nel 2019, alla conquista del Nastro D’Argento – Musica dell’Arte per le sue colonne sonore.
Non è un caso, quindi, che anche il luogo della registrazione sia speciale: è l’atelier del pittore e scultore Giorgio Celiberti, una delle personalità più prestigiose dell’arte italiana e internazionale del `900 e del nostro secolo. Anche l’artwork nasce dallo speciale rapporto tra i due artisti: il titolo è scritto a mano da Celiberti e il packaging esclusivo dell’album – in LP e CD – contiene al suo interno una copia di «Emozioni d’amore», l’opera originale immortalata nella foto di copertina di Paolo Grasso.
In «Atelier» convivono le grandi passioni di Anzovino: il suo trasporto per il cinema e l’arte e il forte amore per la composizione e il pianoforte, che negli ultimi due anni lo ha portato a esibirsi in oltre 60 concerti in piano solo. Nel nuovo disco si ritrovano brani dei primi album («Dispari» e «Tabù»), i lavori di maggiore complessità («Igloo» e «Viaggiatore immobile») fino al suo primo album internazionale «Nocturne» e al più recente «Don’t forget to fly», per diverse settimane l’album strumentale più venduto in Italia. Accanto a loro, ecco i suoi temi cinematografici più importanti, la musica che ha valorizzato film dedicati ad artisti leggendari quali Monet, Van Gogh, Gauguin, Borromini e Bernini, Frida Khalo, fino alle meraviglie del Museo Egizio di Torino.

Apre l’album un inedito assoluto: «Chaplin», una pagina composta circa vent’anni fa per la sonorizzazione dal vivo del capolavoro di Charlie Chaplin «Il circo» e oggi pubblicata qui per la prima volta chiudendo un cerchio temporale e artistico. Ventuno tracce che ripercorrono uno spettro molto ampio del suo stile pianistico e dell’unicità compositiva, in grado di fondere elementi musicali che spaziano dalla musica classica al jazz, attraversano il tango e la tradizione musicale latina, passano per le melodie della scuola napoletana e quegli elementi che rendono distintiva la sua scrittura cinematografica.
Uno stile dal linguaggio universale e contemporaneo in grado – da sempre – di superare gli steccati culturali e di genere, come dimostra la calorosa accoglienza ricevuta negli ultimi anni in tutti i concerti eseguiti in Italia e all’estero.

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