
Si è concluso il progetto Memorie Ritrovate, l’esperienza culturale promossa dal Liceo Francesco De Sanctis, dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Catania e l’Archeoclub d’Italia – Ibla Major.
Nell’aula Magna del Liceo , ieri è stato presentato al pubblico il catalogo della mostra che ha raccolto più di mille visitatori tra aprile e maggio dello scorso anno, per una mostra di archeologia, per la prima volta in scuola. Un catalogo raccoglie le immagini dei singoli repeerti con un’accurata descrizione tencica tradotta in quattro lingue – ingelse, francese, spagnolo e tedesco – a cura degli studenti e dei professori tutor del progetto di PCTO del liceo.
La dirigente scolastica Santa Di Mauro, l’ex Soprintendente Irene Donatella Aprile, la prof.ssa Rosalba Panvini, l’archeologa Michela Ursino e la dirigente della soprintendenza Ida Buttitta, sono le professioniste che hanno messo in campo questo progetto realizzato con il contributo dell’assessorato regionale ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e delle Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana, guidati rispettivamente dal Francesco Scarpinato e Gaetano Galvagno che ha anche patrocinato l’iniziativa con la Fondazioen federico II.
Ancora una volta istituzioni, scuola e associazionismo, per un progetto che ha promosso il presidente dellasede archeoclub d’Italia Ibla major Angelo Perri e il suo vice presidente Paolo dI Caro insime al direttivodell’associazione con Letizia Blanco e Ornella Palmisciano.
Un evento durato quasi un anno che ha come protagonista la memoria ritrovata, l’identità di una comunità, la necessità di esserci. Un progetto che si colloca in continuità con quello realizzato dall’ITE Russo nel 2018, con i tanti progetti che vengono realizzati nelle scuole di questa città per svelare la storia di una città che spesso viene dimenticata. Una storia che potrebbe essere un’opportunità per una comunità che cerca di uscire da un tunnel, l’isolamento.
La scuola come incubatore, la scuola come laboratorio di ricerca, la scuola protagonista con il suo corpo,fatto di studenti, genitori, collaboratori e dirigenti. Oggi in città ci sono due pubblicazioni afferenti l’archeologia, due capisaldi che andrebbero conosciuti da un pubblico più vasto.
In questo senso la recente decisione del Parlamento siciliano di destinare 100 mila euro per gli scavi archeolgici sull’acropoli di Hybla Major, oggi Paternò, sono l’ennesimo tassello di un piano che comincia a essere visibile ad occhio nudo che non potrebbe realizzarsi senza la cooperazione di tutti.
Entusiasmo da parte dei ragazzi, i veri protagonisti inieme ai reperti archeologici. Studenti che hanno imparato, sperimentato, esplorato la storia, il mondo del lavoro e l’innovazione digitale. Un lavoro che ha visto insime professionisti, educatori, ricercatori e la gente, quelli che hanno visitato la mostra con stupore e ammirazione, lasciando traccia nel registro delle presenze invitando gli autori dell’iniziativa a continuare.
In fin dei conti, i sogni – e questa mostra lo è stata – sono tracce disegnate su una mappa immaginifica. Segnano le rotte che potremmo intraprendere verso Itaca. Ricerca e progetto, architettura e design. Didattica e socialità. E chi ha detto che a scuola non è possibile fare tutto questo? Un laboratorio sempre in evoluzione che genera bellezza. Forse è proprio questa la magia che ha reso questo evento unico. E ricordare gli sguardi di tutti, stupiti e meravigliati, contaminati dalla storia, dimostra l’utilità dell’evento.