
Assieme al compatrono Euplo/Euplio ha difeso dunque la cristianità, la verginità e la fede nellaCatania del sec. III d.C: Euplo/Euplio fu martirizzato lo stesso anno di Lucia di Siracusa e cioè nel 304,esattamente 53 anni dopo Agata, che fu martirizzata a Catania nel 251 d.C. ed è celebrata sia dalla Chiesa Cattolica che da quella Ortodossa come santa, vergine e martire, è stata una giovane cristiana eroica e intrepida, che non ha nascosto la sua fede neanche di fronte agli efferati tormenti dei suoi carnefici e fino alla morte.
È ricordata per la duplice corona della verginità e del martirio sotto il governatore Quinziano nel sec. 251 d. C. e precisamente durante la prima sistematica persecuzione orditacontro i cristiani dall’apostata Decio.
Anche se la data di nascita di Agata (che in greco vuol dire “buona”) non è mai stata storicamente accertata, piace alla pia devozione popolare calcolarla a ritroso, partendo dalla data del suo martirio, che subì nel 251, quando era ancora adolescente. Si pensa dunque di collocarla presumibilmente intorno al 235 e di farla addirittura coincidere con la data di nascita della Madonna: l’8 settembre. Agata, che è celebrata sia dalla Chiesa Cattolica che da quella Ortodossa come santa, vergine e martire, è stata una giovane cristiana eroica e intrepida, che non ha nascosto la sua fede, che non ha tremato dinanzi ai più crudeli tormenti, ma che si è offerta senza esitazione agli efferati tormenti deisuoi carnefici e infine alla morte. È ricordata, infatti, per la duplice corona della verginità e del martirio, subìto a Catania sotto il governatore Quinziano nel sec. 251 d. C. e precisamente durante la prima sistematica, cruenta e calcolata persecuzione orditacontro i cristiani dall’apostata Decio. Assieme al compatrono Euplo/Euplio ha difeso dunque la cristianità, la verginità e la fede nella Catania del sec. III d.C.
FESTIVITA’
Dal mezzogiorno del 3 all’alba del 6 febbraio e il 17 agosto di ogni anno si celebra a Catania la festa di sant’Agata: è commovente il coinvolgimento di tutti perché la santa unisce tutti attorno al suo credo. A febbraio, in particolare, la ricorrenza è così ripartita: giorno 3 i festeggiamenti hanno inizio con la processione della Carrozza del Senato; all’alba del 4 si celebra la Messa dell’Aurora, cui segue la processione del Fercolo sul quale sono deposti i garofani rossi, che simboleggiano il martirio, mentre il 5 vengono sostituiti da quelli bianchi, che rappresentano la purezza. All’alba del 6 il Fercolo con le reliquie giunge in via Crociferi, accolto dal coro delle clarisse Benedettine e precede il momento del saluto della vergine e martire Agata alla città con la sua deposizione nel Duomo.
RELIQUIE
Il 17 agosto si celebra il ritorno delle sue reliquie da Costantinopoli a Catania, documentato dalla Lettera del vescovo Maurizio, che ha evidenziato la rinascita della città sotto l’influsso dei Normanni, che l’hanno riscattata dalle dominazioni arabe e bizantine e l’hanno riconnessa all’Occidente latino. Secondo il vescovo Maurizio, il generale bizantino Giorgio Maniace, non riusciva a sconfiggere le truppe musulmane nelle battaglie di Troina e Siracusa del 1040 per la negligenza del comandante della flotta bizantina Stefano Calafato. Temendo dunque le ire dell’imperatore, decise di portargli in dono alcune reliquie di santi, tra cui le spoglie di sant’Agata, che rimasero così a Costantinopoli per 86 anni: dal 1040 al 1126, quando due soldati dell’esercito imperiale, il provenzale Gisliberto e il calabrese Goselino, le trafugarono per restituirle a Catania. Giunte ad Acicastello, dopo un lungo viaggio, attraverso Smirne, Corinto, Taranto e Messina, le sue reliquie furono consegnate al vescovo Maurizio e portate in processione fino a Catania. Per tale occasione Maurizio compose l’Ufficio della Traslazione e ne istituì l’annuale celebrazione il 17 agosto. L’originale manoscritto della Lettera di Maurizio è andato perduto probabilmente nel terribile terremoto dell’11 gennaio del 1693. Di questo documento non sono stati rinvenuti molti testimoni né si dispongono fonti dirette dell’evento narrato, ma autorevoli studiosi (come ad es. Amico, Carrera, De Grossis, Gaetani e Scalia) concordano sulla veridicità storica della traslazione e sull’autenticità del documento del vescovo Maurizio. L’esemplare della Lettera è contenuto nel Liber Prioratus, che passò dalle mani dei monaci benedettini a quelle del clero secolare: è un manoscritto nel quale sono raccolti vari documenti di diversa datazione sulla fondazione, sui privilegi e diritti legali della Diocesi e della Cattedrale di Catania. Il racconto della Traslazione è preceduto dalla trascrizione della bolla di re Carlo d’Angiò, datata 9 agosto 1268 e seguita dal transunto del privilegio di Enrico VI alla Chiesa di Catania (1196). Vari studiosi (ad es. Naselli, Scalia, Cafà) avevano proposto per tale manoscritto una datazione oscillante tra il sec. XI e gli inizi del sec. XVI. Attraverso un accurato esame della scrittura e degli elementi decorativi (tra cui ad es. le analogie tra i decori del manoscritto e gli affreschi all’interno del sacello di sant’Agata) sono stati evidenziati, tra gli altri, due importanti indizi, che costituiscono due elementi di datazione: l’Ufficio della Visitazione della Beata Vergine Maria, che vi è riportato con relativa Vigilia e Ottava. Tale festa, infatti, nel 1568 era stata privata dal papa Pio V sia dell’Ufficio sia della Vigilia e sia dell’Ottava. Un altro elemento di datazione è la presenza dell’Ufficio di san Francesco di Paola (morto nel 1507 e canonizzato nel 1519): questo indizio lascia dunque congetturare che il codice non fu confezionato prima di quella data. Quindi, il manoscritto dell’Archivio Capitolare di Catania va collocato tra il 1519 e il 1568, cosa che allo stato attuale ne fa il più antico testimone sulla Traslazione delle reliquie di sant’Agata. Allora, questo testo in volgare è forse più antico della tradizione latina?
SOSPENSIONE DELLA FESTIVITA’
La tradizionale processione del Fercolo, del prezioso scrigno, delle reliquie, del busto di sant’Agata è trainato dai devoti, che indossano il tradizionale saio bianco. In alcuni anni, come ad es. durante il Covid, tutte le manifestazioni tradizionali legate alla ricorrenza annuale sono state annullate sia nei tre giorni 3, 4, e 5 febbraio, sia per l’Ottava e sia per il 17 agosto. In effetti, anche nel sec. XIX i festeggiamenti in onore di sant’Agata sono stati sospesi e precisamente: il primo febbraio del 1865, a causa dell’eruzione dell’Etna, che minacciava di riversarsi sui comuni di Piedimonte e di Mascali; nel 1878 in concomitanza con la morte di papa Pio IX, con provvedimento datato 01/02/1878, firmato dal Sindaco Marchese del Toscano; nel 1880, quando, a causa di una violenta ondata di maltempo fu rinviata al 15 e al 16 del mese di febbraio con l’offerta votiva del cereo il 14/02/1880 alle ore 13.00 e con processione dello stesso a partire dalla Chiesa di S. Biagio, in piazza Stesicoro, fino alla piazza Duomo, con provvedimento firmato dal Sindaco Antonino Di Sangiuliano, dopo gli accordi intercorsi con le Autorità ecclesiastiche e politiche e sempre in passato durante le guerre o calamità naturali la processione o è stata sospesa o è stata differita.