Paternò, Mascioni opus 518-1939: l’organo restaurato che rinnova i segni dell’antica fiamma

Paternò, Mascioni opus 518-1939: l’organo restaurato che rinnova i segni dell’antica fiamma

«Agnosco veteris vestigia flammae» sono le parole di Didone rivolte ad Anna, pensando all’eroismo di Enea. Le stesse parole usate da Dante per salutare Virgilio che lo lascia con Beatrice, «conosco i segni dell’antica fiamma». È la stessaespressione del maestro Alfredo Marino – direttore artistico dell’iniziativa culturale – per presentare la rinascita dell’organo monumentale “Mascioni opus 518-1939” a tutta la comunità paternese.

Paternò, Mascioni opus 518-1939: l’organo restaurato che rinnova i segni dell’antica fiammaRiconosco i segni dell’antica fiamma, è l’espressione più viva e attuale che prelude la rinascita, il rinnovamento, la rinascenza. Ancora una volta, Padre Salvatore Patanè, Mary Sottile e gli Amici di Sofonisba ci offrono l’occasione per scoprire i nostri tesori nascosti e assaporare la magia della musica, dentro quello scrigno sacro che è la chiesa del monastero della Santissima Annunziata di Paternò. Uno spazio barocco che ha accolto le musiche di J.S. Bach e M.E. Bossi, presentate dall’Orchestra Barocca del Conservatorio Vincenzo Bellini di Catania – diretta da Carla Marotta. Musica e magia, come poesia sonora, espressione di bellezza interpretata da Alessandra Artifoni al clavicembalo, Carla Marotta al I violino, Dayana Petrone al II violino, Adriana Antonella Cannata alla viola, Serena Greco al violoncello e al rinato organo Mascioni, Giovanni Pappalardo e Elena Guglielmino.

Il protagonista della serata musicale è l’organo – Mascioni opus 518-1939. – uno “strumento a trasmissione pneumatico-tubolare dotato di due manuali, una pedaliera, 34 registri reali e ben 2096 canne che arricchisce il patrimonio artistico musicale di quella che potremmo chiamare la città degli organi, per la presenza dell’intera tipologia dell’arte organaria (organi meccanici, pneumatici ed elettrici). Lo strumento è stato restaurato con le risorsedella Fondazione Michelangelo Virgillito e con l’8xmille alla chiesa cattolica, dalla stessa Famiglia Mascioni – che produce organi dal 1829.

Paternò, Mascioni opus 518-1939: l’organo restaurato che rinnova i segni dell’antica fiammaLa serata è stata di quelle che rinfrescano l’anima, senza fronzoli, ricca di emozioni. Semplice e bella. L’occasione per incontrare la città, i suoi protagonisti. Mani che stringono mani, sguardi incrociati e silenzi allungati dall’atmosfera rarefatta che solo la musica può concedere. Quella musica interpretata con grazia, scandita da sorrisi, gesti, danze del corpo che determinano il tempo, la misura dl suono e la sua intensità. Dissonanze e contrappunti, dialoghi sonori che scivolano lungo l’orizzonte per poi svettare all’improvviso. Avvolgente, intrigante, persino irriverente. I musicisti sono danzatori, mimi, dalla presenza attoriale, misterica e sacrale. Con le mane, con i piedi, inquadrati dall’occhio attento del cameraman, che ne coglie ogni piccolo gesto, restituendolo al pubblico uno spettacolo nello spettacolo.

Dopo ottantasei anni, dalla sua istallazione, ritroviamo l’antica fiamma di questo organo che è anche metafora di una voglia di rinascenza, di mostrare quel lato migliore della città che sembra smarrito. La serata ha proposto solo il linguaggio della musica, dell’arte, della cultura, dell’inclusione. Dentro una chiesa, in quello spazio dell’ecclesia che ritrova il senso della “civitas”, dell’appartenenza a una comunità più aperta. Una chiesa che ha il compito di “spalancare” le sue porte al mondo.
A margine, sottovoce, i saluti delle istituzioni. Il ringraziamento per chi ha dato un contributo, istituzioni, scuole, sponsor, amici e la gente che ha condiviso questa esperienza di bellezza. Siamo usciti tutti più ricchi, pieni di buoni propositi, per una volta questa comunità si è sentita parte di un mondo più felice. La musica è tra le più potenti forme d’arte, quella più penetrante e coinvolgente. L’arte e la storia possono aiutare la città in questo momento di transizione, spesso conflittuale e contradditorio. La serata ha concesso piccoli momenti di riconciliazione, di morbidezza d’animo, di tessiture produttive. Questa è la via da seguire.

Paternò, Mascioni opus 518-1939: l’organo restaurato che rinnova i segni dell’antica fiamma

Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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