Adrano ricorda il campione di calcio Pierino Del Bene: dal campetto del Rosario al Napoli in serie A. La visita dei figli

Adrano ricorda il campione di calcio Pierino Del Bene: dal campetto del Rosario al Napoli in serie A. La visita dei figli

Sia benedetta la memoria ostinata dei ‘Ragazzi del Rosario’ che nel ricordare i 100 anni di sacerdozio di Padre Antonino La Mela (il Don Bosco di Adrano) hanno illuminato di nuova luce la figura di un campione indimenticato del calcio italiano, Pierino Del Bene, la cui carriera ha preso le mosse dal mitico campetto del Rosario di Adrano.

Commovente, a dir poco, la visita ad Adrano dei suoi due figli – Beatrice e Giuseppe – nei giorni della festa per Padre La Mela.

Adrano ricorda il campione di calcio Pierino Del Bene: dal campetto del Rosario al Napoli in serie A. La visita dei figliNativo di Taormina, Del Bene – nato nel 1934 e scomparso nel marzo del 2021, durante la pandemia – fu un “Rosariano” doc per una decina d’anni. Il padre era tenente dei Carabinieri e prestava servizio presso la Tenenza di Adrano, accanto alla chiesa di San Francesco. La famiglia di Del Bene era originaria di Caccuri, in provincia di Crotone. Gli anni adraniti del giovane Del Bene sono intrisi di vita intensa dentro le mura dell’oratorio del Rosario. Il suo talento di difensore emerse subito tanto da essere ingaggiato dalla squadra dell’Adrano. Da lì, il grande salto verso la serie A. Del Bene venne acquistato dal Napoli del presidente Achille Lauro. Nel diario scritto da don Antonino La Mela, quasi un racconto in presa diretta dei fatti che scandirono gli anni tormentati e gioiosi che seguirono lo sbarco degli Alleati nell’Isola, Del Bene racconta dei suoi inizi: “Gran merito – scrive – ha avuto la vita Rosariana nella formazione della mia attività calcistica. Essa è nata nel campetto del Rosario, sotto lo stimolo delle continue battaglie sportive contro l’Associazione S. Francesco; mi sono messo in luce tanto da passare all’Adrano. Nel 1953 il gran volo al Napoli fra campioni del calibro di Amodei, Bugatti, Vinicio, Vitali, Del Vecchio, Pesio. Ho avuto molte richieste, e poiché provenivo dalla gavetta, come suol dirsi, i dirigenti hanno voluto sempre tenermi a Napoli, dove negli anni ‘55, ‘56 e ‘57, ho assaporato la gioia del titolare”.
Da Adrano a Napoli, stella di prima grandezza del calcio italiano, e poi con altre squadre titolate come la Salernitana, l’Udinese, Varese e Cremona. Nell’Udinese, per dire delle qualità di Del Bene, la sua riserva è Tarcisio Burgnich che poi andrà alla Juventus e al Palermo e, infine, nella grande Inter di Herrera.

La sua biografia ufficiale certifica 85 presenze in serie A e 25 in serie B. Nel cuore di Del Bene c’era il calcio e la sua città di adozione, Adrano, con i Ragazzi del Rosario. Negli anni della sua militanza a Varese, agli inizi del 1960, la sua prima preoccupazione – come segno di riconoscimento alla palestra di vita che era stato il ‘Rosario’, era quella di spedire ad Adrano le maglie del Varese per donarle alla squadra del Rosario.
In una intervista per i suoi 70 anni, ai giornalisti regala un ricordo bellissimo: “Era la vigilia di Juventus-Napoli e Lauro venne a trovarci in albergo: era il periodo pre-elettorale e lui era impegnato in politica. Ci disse di mettercela tutta, promettendo un premio: ‘Se vincete – disse – vi do 150 mila lire a testa’ (eravamo nel 1958). Comaschi, un mio compagno, replicò: ‘Comandante, facciamo 200 mila…’. ‘D’accordo, facciamo 300 mila’, concluse Lauro rilanciando. Inutile dire che vincemmo quella partita: ci imponemmo per 4-3…A fine partita incassammo immediatamente il maxi premio: per Lauro la parola era una sola”.

Adrano ricorda il campione di calcio Pierino Del Bene: dal campetto del Rosario al Napoli in serie A. La visita dei figli“Quello di papà – racconta Giuseppe Del Bene – è stato un racconto concentrato nei nostri primi anni di vita. Poi gli impegni e il lavoro hanno fatto perdere il tema delle origini legato alla sua presenza ad Adrano. Bellissimo scoprire il mondo interiore che papà si portava dentro. Io e mia sorella, ovviamente, non lo abbiamo conosciuto come calciatore ma come un grandissimo lavoratore che non ha mai perso la passione del calcio. A differenza di quel che accade per i calciatori professionisti, che hanno questi ‘atterraggi’ bruschi, papà in realtà ha avuto una grandissima umiltà. Ha fatto lo spedizioniere doganale. All’università aveva fatto un paio di anni in Legge. Ha lavorato nell’azienda del suocero, partendo da zero. Poi via via si è affermato e mio nonno gli aprì un ufficio alla dogana di Varese”.

La presenza ad Adrano di Giuseppe e Beatrice, nei giorni di permanenza nella città che ha tenuto a battesimo il talento del padre, è stata una ‘full immersion’ colma di ricordi ed emozioni. Per i figli del grande Del Bene i ‘Ragazzi del Rosario’ hanno preparato un’accoglienza calorosa. Il volenteroso Sabino Ciraldo ha fatto loro da guida nei luoghi simbolo della città di Adrano, dal Castello Normanno al Ponte dei Saraceni.
“Quando papà parlava di Adrano – ricordano Beatrice e Giuseppe Del Bene – ci inondava di ricordi. Le passeggiate che andava a fare sull’Etna con gli amici per andare a vedere l’alba. Ci parlava soprattutto dell’Oratorio del Rosario e delle partite di calcio che vi si disputavano. Anche suo fratello Marcello, venuto a mancare nel 2011, ci lasciò una serie di ricordi interessanti. Papà, per esempio, spediva al fratello le cartoline con le indicazioni dei risultati delle partite da lui giocate. Tra Varese e Udinese ha lasciato un pezzo di vita. Indimenticabile la cavalcata del Varese dalla C alla serie A. Oltre a essere un bravo giocatore, papà era un grande osservatore sul piano sociologico. Per i suoi 75 anni, in un articolo sulla Prealpina, si soffermò con sguardo critico sulle storture del mondo del calcio. In quell’occasione criticò profeticamente l’avanzata dei procuratori a discapito degli allenatori. Ci raccontava anche dello sbarco degli Alleati, ma lo faceva senza tanto entusiasmo. Parlava di don La Mela e dei ragazzi dell’oratorio del Rosario come se quella fosse la sua famiglia. La cosa che ha sempre contraddistinto papà è sempre stata una grandissima fede. Ci invitava sempre a seguire la messa con partecipazione”.
Commovente, in questo senso, il ricordo che conserva nel cuore Giuseppe Del Bene: “A casa, certe notti, mi alzavo per andare a bere e lo trovavo che girava intorno pregando. Tutto questo è certamente frutto dell’opera spirituale di Padre La Mela. Noi figli l’abbiamo capito soltanto dopo. A noi figli pare che papà non abbia mai smesso di seguirci (Giuseppe si commuove ndr.)”.
Ora che il ricordo del ragazzo del Rosario divenuto campione di calcio è tornato a farsi vivido, i Rosariani vogliono rinsaldarlo nel miglior modo possibile. Prima di ripartire per il nord, dove vivono, Beatrice e Giuseppe Del Bene hanno incontrato il sindaco di Adrano, Fabio Mancuso.
Giuseppe, apprezzato pianista jazz (nel suo curriculum alcune esibizioni con il grande chitarrista Franco Cerri) ha proposto una esibizione musicale nel ricordo del padre da tenersi nello splendido Teatro Bellini di Adrano. Il sindaco ha accettato con entusiasmo. La data è ancora da stabilire ma è già pronto il titolo della serata: “C’è Del Bene anche nel jazz”.

Adrano ricorda il campione di calcio Pierino Del Bene: dal campetto del Rosario al Napoli in serie A. La visita dei figli

Riguardo l'autore Nicola Savoca

Giornalista professionista dal 1992, ‘annus horribilis’ per l’Italia e la Sicilia soprattutto. Dirige il Corriere Etneo dal 2017 ma non ha mai usato la bacchetta. Le sue grandi passioni sono lo scrittore John Fante e il regista Giuseppe Tornatore. Radio e televisione sono il suo terreno preferito. La vecchia Telecolor gli è rimasta nel cuore. Catanese di Adrano, ha un debole per la sua città. Su un’isola deserta porterebbe tutti i dischi di Lucio Battisti (la preferita è Anche per te).

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