Sguardi sulla città, tra consapevolezza e democrazia. È il titolo dell’incontro organizzato dall’associazione “Città dell’Uomo” a Paternò, nella biblioteca comunale, sabato 18 gennaio.
La giornata di studi, divisa in due parti, è stata coordinata dal professore di Politica Economica Alessio Biondo, dell’Università di Catania.
“Economia e Politica, un alfabeto” è il tema approfondito nella prima parte della giornata, insieme agli studenti del liceo Francesco De Sanctis. Un’esperienza coinvolgente che ha permesso di sperimentare l’approvazione di un disegno di legge – in simulazione – come metodo didattico, anche attraverso il dibattito parlamentare. Politica, Diritto, Economia, accompagnati dai docenti del liceo, gli studenti hanno vissuto una giornata parlamentare e compreso le dinamiche che sottendono la proposta di un disegno di legge e la sua approvazione, con la necessità di “scegliere”mettendo al centro l’uomo e i suoi valori. Esplorando sul piano ideologico ed etimologico termini come destra e sinistra, approfondendone le radici storiche e le implicazioni sulla contemporaneità.
Nel pomeriggio, l’incontro ha visto come protagonisti alcuni rappresentanti bipartisan della politica locale, gli imprenditori e gli intellettuali che operano in città, insegnanti e rappresentanti di varie associazioni con una discreta partecipazione di giovani. L’Arcivescovo Luigi Renna, con un videomessaggio ha introdotto i lavori evidenziando la necessità di rimettere l’uomo al centro dei processi decisionali della politica, sia essa liberista che collettivista ipotizzando la necessità di esplorare una “terza via”. La necessità di avere una visione economica che punti sulla solidarietà e sulla sussidiarietà, quest’ultima indispensabile per avviare processi di rigenerazione del tessuto socioeconomico delle comunità.
Il prof. Alessio Biondi ha mirabilmente esposto le teorie economiche a partire dall’etimologia della parola economia, intesa come disciplina che si occupa di “gestire il centro d’interesse”. Non esclusivamente dedicata alla moneta ma attenta a governare le scelte dell’uomo, i valori da perseguire. Quindi economie civiche che possono essere cooperative o competitive. Proprio a partire da questa dicotomia – che contrappone la civitas alla polis – si sviluppano le azioni della politica, le modalità d’ingaggio, il perseguimento dei valori.
Un continuo oscillare tra politiche stataliste (economia pianificata) e liberiste, come discriminante tra due aree politiche contrapposte e qualche volta adiacenti e complanari. Ma tutto questo è governato o dovrebbe essere così dalla politica che ha il compito di trovare accordi di valore e non solo soluzioni contingentate alle singole emergenze. Un appello alla politica che diventi quindi uno strumento per il raggiungimento della felicità collettiva e personale, che attivi relazioni di solidarietà e sussidiarietà.
In questo senso, per rafforzare questi concetti, sono utili le citazioni e gli esempi di Papa Francesco e adriano Olivettiche hanno praticato le politiche dell’accoglienza, come strumento, come ideologia, come obiettivo. Perché una società cooperativista, che punta alle relazioni, che promuove la collaborazione è più performante e gli esempi sono tanti. Al contrario di una società che esaspera l’isolamento – alla base dell’etimologia della parola autonomia – che sostiene prevalentemente il singolo come unico eroe del successo economico e che rischia di desertificare il territorio che lo circonda.
Consapevolezza è democrazia? Consapevolezza e democrazia? La consapevolezza passa attraverso la conoscenza, l’indagine, l’analisi. Forse in questo senso, alcune comunità non conoscono sé stesse e appare chiaro perdono in democrazia. Conoscere significa riconoscere, appartenere, essere identità. Pronta all’incontro, alle relazioni, allo scambio, alla cooperazione per il bene comune. Che non esclude quello personale.
In questo senso, appare chiaro, che è necessario un processo di svelamento e approfondimento delle radici profonde delle comunità, che utilizzino la storia come strumento, i paesaggi come fonte, non solo per capire il passato ma soprattutto per immaginare il futuro. Una piattaforma per scrivere un Manifesto per una nuova economia.
Questo gesto, a carattere formativo che la città dell’uomo propone, con Salvo Liotta e il coordinamento di Totuccio Oliveri merita fiducia bipartisan, merita un approfondimento. Forse con una maggiore apertura alle parti, ai campi. Non è necessario allargare ma riconoscere e riconoscersi. Ma consapevolmente, evitando le ideologie steriotipate che spesso sono portatrici di divisionismi e di anomalie.