“La Magna Via” di Gaetano Savatteri, edito da Sellerio, è un romanzo che si snoda lungo il percorso storico della Magna Via Francigena, da Palermo ad Agrigento. Attraverso il viaggio di Saverio Lamanna, ormai popolare giornalista-detective, suo padre, il Professore, e il fedele Peppe Piccionello, Savatteri intreccia elementi di commedia, mistero e introspezione, offrendo uno spaccato autentico della Sicilia rurale e delle sue tradizioni.
Il libro affronta con delicatezza e profondità anche il tema della “restanza”, ovvero la scelta consapevole di restare nei luoghi d’origine, contrastando la tendenza all’abbandono e all’emigrazione che ha segnato per decenni il Sud Italia. Nella nota dell’autore, in chiusura, emergono esempi concreti di associazioni virtuose come “Questa è la mia terra”, impegnate a garantire ai giovani il diritto di restare nella propria realtà, senza dover intraprendere la strada obbligata della migrazione.
Savatteri descrive i tentativi di queste realtà di invertire il fenomeno dello spopolamento, che impoverisce e snatura le comunità locali. Il romanzo diventa così un invito a riscoprire il valore delle radici, promuovendo uno sviluppo sostenibile e partecipato, in grado di rigenerare economicamente e culturalmente i territori del Sud.
Attraverso la leggerezza dei dialoghi e il realismo dei paesaggi, l’autore riesce a rendere omaggio a questa filosofia di restanza, che combina memoria, resilienza e innovazione sociale. Un tema che tocca corde profonde, di chi è particolarmente sensibile al futuro delle comunità meridionali e all’importanza di creare opportunità per le nuove generazioni.
“La Magna Via” non è solo un viaggio fisico, ma un’esplorazione emotiva e sociale che mi ha lasciato, a lettura conclusa, con la consapevolezza che restare può essere un atto di coraggio e di cambiamento.