“I ricordi di quelli che son sepolti sono freddi ed inutili se non vivono nelle memorie degli uomini.”
(William Shakespeare da “Riccardo II”)
Siamo nell’Inghilterra del tardo XIV secolo e Riccardo Il pronuncia questa frase in un momento di riflessione sul suo regno e sulla sua imminente deposizione, consapevole che la storia e la memoria del suo regno dipenderanno da come gli uomini ricorderanno e interpreteranno i suoi atti.
La frase sottolinea l’importanza di mantenere vivi i ricordi del passato nelle memorie delle persone perché, senza questo continuo ricordo, gli eventi e le persone del passato diventeranno “freddi ed inutili”, perdendo il loro significato e la loro lezione per le generazioni future.
Ogniqualvolta ci rechiamo a visitare i cari defunti, anche se inconsapevolmente, richiamiamo alla memoria coloro che, attraverso il loro vissuto, ci hanno trasmesso un’identità culturale, sociale e storica, senza la quale saremmo esseri smarriti che non si riconoscono in nulla di ciò che li circonda.
“A egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti…”: con questo verso dei Sepolcri Ugo Foscolo esprime l’idea che le tombe degli uomini illustri (le “urne de’ forti”) accendono nel cuore e nella mente dei vivi un ardente desiderio di compiere azioni nobili e valorose. I sepolcri, dunque, ispirano la memoria e l’emulazione delle virtù passate.
Il motivo di questo richiamo a Shakespeare e Foscolo nasce da un bellissima raccolta di fotografie in bianco e nero scattate all’interno del cimitero di Adrano da Carlo Verzì, professionista adranita appassionato di fotografia che all’interno del “nostro” cimitero ha trascorso tanto prezioso tempo per immortalare, e così fermare nella nostra memoria, gli ornamenti di tante tombe, anonime per molti, ricche di ricordi per altri, tombe all’interno delle quali si racchiude la memoria di chi ha concluso la propria parentesi terrena per consegnarsi all’eternità.
“Scatti come sempre carichi di intensità e di emozione, con lo scopo di contribuire a valorizzare il luogo sacro e rendere omaggio a scultori illustri e umili anonimi che dalla pietra e dal marmo hanno creato volti di uomini e donne per dare forma alla memoria”: così commenta Salvo Sidoti, in un video divulgato da TVA su questo pregevole lavoro fotografico.
È doveroso ringraziare Carlo Verzì per le immagini che ci dona, frutto di preziosa maestria e di grande capacità di osservazione: ci apre al bello e ci apre alla memoria, che non è solo un insieme di ricordi, di date e di personaggi storici, di persone che un tempo ci sono state e che adesso non ci sono più, non è la memoria contenuta nel cervello, ma è la memoria dell’anima, quella che ci riporta alle nostre origini, al nostro passato, alla nostra storia, quella che non si insegna ma si vive nel cuore, creando un legame indissolubile con chi ci ha preceduti e ci ha lasciato dei ricordi, non sempre necessariamente belli, ma che costituiscono comunque la nostra identità.
Magari adesso, quando ci recheremo al cimitero di Adrano o di qualunque altro luogo, non andremo di fretta soltanto a mettere un fiore ai nostri cari, ma ci guarderemo intorno, alzeremo gli occhi verso l’alto, osserveremo quelle opere, semplici o articolate, che omaggiano i defunti di ogni tempo e alla loro memoria rivolgeremo il nostro pensiero, così come ha fatto Carlo con la sua opera, dedicata ai genitori, ai suoi e a quelli di ogni uomo e di ogni tempo: “Dedicato a mio Padre e a mia Madre, che tra le bellezze e il silenzio di questo luogo, riposano in Pace”.