Finalmente una bella notizia per la “ricerca” a Paternò.
Il Parlamento della Regione Siciliana ha stanziato centomila euro da destinare agli scavi archeologici sull’acropoli di Hybla Major. Nell’emendamento approvato in aula, sostenuto dal Presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, ci sono altre risorse importanti, come quelle dedicate al recupero dei ceri votivi della Parrocchia-Santuario di Santa Barbara e la ristrutturazione dell’Istituto Mamma Provvidenza. Tutti interventi che hanno come focus l’acropoli e più in generale i beni culturali e artistici della città. A questi fondi si aggiungono anche quelli per realizzare finalmente l’elisoccorso, infrastruttura indispensabile per la sicurezza dei cittadini del territorio: complessivamente un milione di euro.
Il finanziamento degli scavi archeologici, proprio sull’acropoli di Hybla Major è un fatto epocale e significativo. Risorse che permetteranno di iniziare le indagini documentali, avviare gli scavi e le opere necessaria per la loro fruizione, pubblicare i resoconti dei lavori di ricerca. Non si tratta più di uno scavo emergenziale e occasionale ma di un vero e proprio piano di ricerca che ha come scopo l’indagine in quel sottosuolo dell’acropoli che meritava più attenzioni.
Nulla avviene per caso ed è giusto riconoscere che un ruolo determinante è stato svolto dalla sede Ibla Major dell’Archeoclub d’Italia con il suo presidente, arch. Angelo Perri e il vicepresidente avv. Paolo Di Caro. Impegnati, non solo nelle attività di valorizzazione e promozione – ricordiamo l’ultima mostra “Memorie Ritrovate” organizzata con il Liceo Francesco De Sanctis e la Soprintendenza ai BB.CC.AA di Catania, con l’esposizione di cinquantacinque reperti archeologici – ma anche sul piano delle politiche culturali, promuovendo e sollecitando specifici impegni nel territorio.
Un lavoro silente, utile a rappresentare la necessità di un maggiore impegno nei confronti di questo territorio, in particolare dell’acropoli di Hybla Major che non ha mai ricevuto fondi per gli scavi archeologici (solo piccole somme emergenziali), nessuna ricerca sistematica e organica, perché sempre considerata solo una monumentalità medievale.
Questa anomalia ha condizionato spesso il quadro delle conoscenze generali, persino dirottato le attenzioni degli studiosi e di chi promuove il territorio. Privando questo luogo, ricco di memoria – greco-romana – di tutte le risorse e di qualunque progettualità afferente alla ricerca scientifica. Sull’acropoli è visibile solo uno scavo – di Giovanni Rizza degli anni ’70 (poi ripreso da Laura Maniscalco) mentre gli altri piccoli sondaggi sono tutti coperti e secretati. Emerge in questo senso lo scavo 3 relativo la restauro del complesso conventuale di San Francesco che ha portato alla luce la “Venere di Perri” con altri materiali ceramici di epoca greco-romana oltre che a una canaletta idrica urbana sempre di epoca greca. Ma che dire del tempio di Demetra, della sua area dedicata all’altare, all’impianto urbano romano e al condotto idrico sotterraneo afferente a Dionisio I che utilizza il sistema idrico di Eupalino di Samo?
L’obiettivo adesso è quello delle verifiche, della ricerca, della scoperta. Solo lo scavo può dare forma a tutte le ipotesi formulate e spesso verificate solo parzialmente. Ma la ricerca ha bisogno di ipotesi di partenza per avviarsi, senza le quali nessuno investe. Ecco perché – dopo anni di studi, ricerche, misurazioni e confronti è venuto il momento di fare u passo avanti e lavorare per un nuovo scenario. Lo svelamento della città di Hybla Major, scoperta che cambierebbe lo scenario generale nella storia della Sicilia. Ecco l’importanza di questo piccolo investimento.
Ma cosa serve per completare il cerchio? Cominciare a pensare a un museo archeologico e il complesso conventuale di San Francesco potrebbe essere la naturale sede. Ma non basta, serve far rientrare i reperti disseminati ovunque a partire dalla Venere di Perri (sepolta nei depositi di Catania), gli argenti di Paternò, posteggiati al Pergamonmuseum di Berlino, e i reperti collocati tra Adrano e Siracusa. Un patrimonio di testimonianze che ribaltano il paradigma diffuso di una città medievale dal passato incerto.
Queste le implicazioni sul piano culturale e scientifico ma sul piano economico? Certamente, avviare questi significa proporsi come nuova polarità archeologica di primissimo livello e se aggiungiamo l’arrivo della metropolitana il gioco è fatto. La città si può candidare a nuovo polo turistico internazionale e curvare la sua economia verso modelli più sostenibili da integrare con le eccellenze enogastronomiche e artigianali. Credo nel virtuosismo di questo progetto, dove le associazioni (tutte), la politica e l’imprenditoria possono contribuire a rigenerare una città depressa. Adesso serve fare squadra e avviare i processi di riqualificazione del tessuto culturale, politico e sociale. Bisogna aprire le casseforti, uscire i tesori di famiglia, offrire alla comunità un’opportunità. Ecco il valore epico di quei centomila euro da investire negli scavi archeologici dell’Acropoli di Hybla Major, sono l’inizio di un nuovo corso per tutti, anche per chi ha rematocontro. Allora ringraziare chi ha creduto in questo progetto non è ruffianeria ma la consapevolezza che non era scontato di questi tempi. Adesso non ci rimane che predisporre i piani di scavo, le strategie di indagine e partire velocemente spendo che la comunità scientifica – Università e CNR – ha già espresso il suo entusiasmo per questa nuova campagna di scavi archeologici. Nulla avviene per caso.