Qualcuno prova a smarcarsi dal pantano della politica paternese.
“Paternò che” movimento vicino al centro destra e “l’aria nuova” associazione vicino alle sinistre si preparano per una nuova stagione politica in città, accendono i motori e ridisegnano un nuovo scenario. Giovani e meno giovani, appassionati e determinati, convinti che presto saremo chiamati a proporre nuovi modelli di gestione nel governo della città. Presto, ma non sappiamo di preciso quando, andremo alle urne per decidere chi dovrà guidare Paternò nei prossimi anni.
Il Consiglio comunale è incastrato in una vicenda incredibile. Lacerato da tensioni che non trovano soluzione nel dibattito interno ai partiti, attendismo, immobilismo; tra chi vorrebbe uscire subito per aprire una crisi rapida e risolutiva, e chi vuole aspettare la formazionedi uno scenario complessivo, dove tutti pezzi dello scacchiere vengono collocati preventivamente; insomma, qualcuno aspetta di sapere quale sarà la sua posizione nel futuro per garantirsi la sopravvivenza.
La città, nel frattempo, subisce un progressivo degrado, accompagnato dall’inspiegabile attendismo della politica che non agisce come opposizione vera, non interviene in maniera risoluta a difesa dei cittadini e osserva dalla riva del fiume l’evolversi di una storia che sembra surreale. Sottovoce chiede le dimissioni del sindaco, sottovoce evidenzia anomalie diffuse senza mai affondare il colpo, restando in quel territorio sterile dei comunicati di carta. Stesso destino per le sinistre, stesso destino per la società civile, tutti hanno paura di essere smentiti dalle sentenze della burocrazia.
Ma in questo scenario senza fine, piatto e apatico, emerge la dichiarazione di Giovanni Piana, consigliere comunale di Fratelli d’Italia e vicino al movimento “Paternò ché”. Chiede ai suoi colleghi, formalmente, di presentare la richiesta di sfiducia al sindaco Nino Naso, dichiara che è finito il tempo dell’attesa, evidenzia con chiarezza le questioni irrisolte in città e piazza la briscola: “se non passa la sfiducia, con un gesto forte, mi dimetto da Consigliere comunale”. Un gesto finalmente politico e non di comodo. Una dichiarazione forte e coraggiosa.
Basta con i tatticismi. Basta con le ipocrisie. Basta con le alleanze di comodo. Basta con gli equivoci.
Giovanni Piana – ma ci risulta che altri Consiglieri comunali sono sulla stessa lunghezza d’onda – si dimette, con o senza sfiducia. Un gesto coerente, politicamente corretto, supportato da un movimento giovanile che promette bene. Un gruppo che ha cominciato con tre video denunce in città, per dichiarare la loro diversità rispetto alla politica consumata dei “dinosauri”, fatta di complicità, connivenze e convenienze.
Anche a sinistra – in quella più svincolata dagli schemi classici – si muove qualcosa. In comune tra le due aree, la voglia di dire basta a un modo di fare politica che ad oggi non ha portato frutti. Una politica – quella di fine corsa- che tenta di arruolare nuovi soldatini, di accaparrarsi i favori degli orfani della politica, quelli privi di maestri e di guide, quelli che “campano alla giornata, nella speranza di sopravvivere un mese in più, per essere protagonisti nella processione della festa del santo patrono, consapevoli che non ci sarebbe altro da fare, perché la città è già in piena crisi.
Questa generazione di trentenni e quarantenni, di uomini e donne che scalpitano dalle retrovie della politica hanno bisogno di spazio, di opportunità, di occasioni, di scenari positivi per cambiare il corso di questa storia triste. Ma servono energie pulite, vive, dinamiche, disponibili anche a dimettersi per il bene comune, senza la garanzia di un paracadute. Vogliosi di crescere all’interno di un progetto e non improvvisando scalate alla montagna. Disponibili a formarsi, a confrontarsi, ad analizzare, fuori dalle regole dei cerchi magici che in questa città opprimono ogni cosa che voglia crescere. Giovanni Piana ha dato il segnale, ora non ci resta che sostenere questa rivoluzione mite. Adesso il campo è comune, adesso il tempo è propizio, adesso bisogna avere il coraggio di agire senza paura.
La libertà deve guidare il popolo ma il popolo ha bisogni di nuovi eroi, di esempi, di testimoni, da qualunque parte siano. Lo scontro tra destra e sinistra è rinviato, per adesso bisogna ricostruire la futura classe dirigente, un nuovo progetto di governo e regole d’ingaggio condivise tra le parti sane della città.