La Squadra Mobile di Catania e agenti del commissariato di Adrano hanno fatto chiarezza su un caso di lupara bianca registratesi 8 anni addietro.
La vittima era Nicola Ciadamidaro, 38 anni che fu sequestrato, torturato e ucciso nel giugno del 2016.
Testa e il tronco del corpo di Ciadamidaro non sono mai state ritrovate. Una svolta delle indagini che arriva dall’operazione “Meteora”, scattata all’alba di oggi e che ha portato all’arresto di 18 persone indagate, a vario titolo e con profili di responsabilità, per omicidio aggravato dalle finalità mafiose, associazione mafiosa, porto e detenzione illecita di armi da sparo.
La polizia ha arrestato nove degli indagati e notificato in carcere il provvedimento ad altre nove persone già detenute.
Le indagini della Squadra Mobile e del commissariato di Adrano, supportate da intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre a videoregistrazioni, hanno avuto origine dalle dichiarazioni rese nel dicembre 2019 dal collaboratore di giustizia Giovanni La Rosa; quest’ultimo ha riferito agli inquirenti che l’omicidio è stato commesso, su ordine dei vertici del clan mafioso Santangelo, ossia Gianni Santangelo, Nicolò Rosano, Antonino Bulla e Salvatore Crimi per vendicare il triplice omicidio di Alfio Rosano, Daniele Crimi e Alfio Finocchiaro, avvenuto il 27.7.2006 in territorio di Bronte i cui colpevoli, sono stati arrestati dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di Adrano nell’ambito dell’operazione “Meteorite” dell’ottobre 2006,e appartenevano al gruppo criminale adranita Liotta – Mazzone di cui avrebbe fatto parte anche la vittima Ciadamidaro.
Da quanto ricostruito dalle indagini, la sera del 16 giugno del 2016 l’allora 38enne Nicola Ciadamidaro- che dopo la sua scarcerazione nell’ottobre 2014 si era allontanato per un periodo da Adrano per poi farvi ritorno – mentre si recava in palestra alla guida del suo scooter è stato fermato e sequestrato dagli uomini del clan Santangelo che l’hanno caricato a bordo di un furgone e l’hanno portato in una campagna isolata, dove, dopo averlo torturato, l’hanno ucciso decapitandolo. Durante le indagini è poi emerso come, nonostante numerose operazioni di polizia abbiano inferto duri colpi al clan Santangelo, con l’arresto di decine di affiliati di rango apicale, l’organizzazione mafiosa mantenesse nalterata la sua operatività nel territorio adranita. In particolare, secondo l’impostazione accusatoria recepita dal Gip, dalle indagini è emerso che ai vertici del clan Santangelo vi fosse Toni Ugo Scarvaglieri il quale, avrebbe assunto la guida della famiglia mafiosa, coordinando ed organizzando sul territorio le attività illecite degli affiliati, i cui proventi sono confluiti nella “cassa comune” dell’organizzazione, destinata al mantenimento degli affiliati detenuti e delle loro famiglie.
Sempre secondo l’impostazione accusatoria recepita in seguito alla scarcerazione di Bulla e Crimi, stessi, sebbene sottoposti alla detenzione domiciliare, avrebbero continuato ad avvalersi del ruolo di coordinamento di Scarvaglieri e avrebbero ripreso il comando del clan Santangelo, impartendo ordini e direttive al resto degli affiliati e pianificando le strategie criminali dell’associazione mafiosa. Il prosieguo delle indagini ha riguardato il gruppo criminale capeggiato da Cristian Lo Cicero referente del clan mafioso catanese Mazzei intesi “carcagnusi”, il quale, inseritosi nelle dinamiche criminali adranite, sarebbe entrato in attrito con le due storiche famiglie mafiose Santangelo e Scalisi.
Durante l’attività sono state sequestrate diverse armi in dotazione ai due sodalizi mafiosi, tra cui una mitraglietta vz.61 Skorpion calibro 7.65, una pistola semiautomatica Beretta 70 calibro 7.65 con matricola abrasa, un fucile automatico calibro 12 nonché caricatori e munizioni di svariato calibro.
Operazione Meteora, i nomi degli arrestati
Ecco i nomi degli arrestati nell’operazione Meteora:
1. BUA Antonio, inteso “asinello” (cl.1983);
2. BULLA Antonino, inteso “u picciriddu” (cl.1983);
3. BULLA Giuseppe, inteso “u biondo” (cl.1989);
4. BULLA Vincenzo (cl.1994);
5. CALVAGNO Cristian (cl.1988);
6. COSTA Giuseppe David, inteso “pesciolino” (cl.1982);
7. CRIMI Salvatore, inteso “Turi u cani” (cl.1986);
8. FIORELLO Giuseppe (cl.1998);
9. LANZA Alfio, inteso “Alfredo” (cl.1982);
10. LAZZARO Pietro (cl.1977);
11. LO CICERO Cristian (cl.1986);
12. PALMIOTTI Daniel (cl.1985);
13. PETRONIO Carmelo (cl.1973);
14. QUACECI Alfio (cl.1994);
15. ROSANO Nicolò, inteso “pipituni” (cl.1980);
16. SANTANGELO Gianni, inteso “Giannetto” (cl.1983);
17. SCARVAGLIERI Toni Ugo (cl.1973);
18. VIAGGIO Giuseppe, inteso “u puffu” (cl.1983)