Arte, cercando Sofonisba Anguissola nella cultura europea: paesaggio, città e architetture

Arte, cercando Sofonisba Anguissola nella cultura europea: paesaggio, città e architetture

Si è parlato tanto di questa artista cremonese o, forse, se n’è parlato troppo poco.

Dal riconoscimento della sua opera – la Madonna dell’Itria del XVI sec. a cura di Alfredo Nicotra, – conservata a Paternò, dagli anni ’90 ad oggi, dopo quasi trent’anni, non si conosce molto della sua vita passata nella città di Paternò dal 1573 al 1579. Dopo anni di diffidenza e scetticismo nei confronti di chi ha avuto il merito di scoprirla, solo negli ultimi anni si comincia a riparlarne, dopo il suo restauro a Cremona da parte di Domenico Cretti e la sua esposizione tra Milano, Cremona e Catania. Oggi è finalmente tornata a casa e la Parrocchia di Santa Maria dell’Alto, all’interno della chiesa dell’Annunziata, nell’ex convento delle Benedettine la custodisce insieme a Padre Salvatore Patanè e all’associazione amici di Sofonisba.

Arte, cercando Sofonisba Anguissola nella cultura europea: paesaggio, città e architettureDal suo rientro sono stati organizzati diversi convegni di studio, dall’Arcidiocesi di Catania alla Soprintendenza ai Beni Culturali, dalla Fondazione Federico II all’Archeoclub d’Italia – Ibla Major. Recentemente è stata protagonista di un convegno a Catania che indagava il rapporto tra Spagna e Sicilia e qualche giorno fa, la Fidapa di Paternò ha riproposto un ulteriore momento di approfondimento sull’artista, sulle opere e sui Moncada. Sembra che non si parli d’altro ma la verità è che la ricerca è allo stato iniziale ed è utile incoraggiare altri incontri ma soprattutto nuove ricerche.
Nell’ultimo appuntamento – quello organizzato dalla Prof. Maria Ciancitto – sono state condivise alcune riflessioni che i relatori hanno proposto al pubblico, e in particolare a un pubblico speciale: gli studenti dei licei Fermi e De Sanctis di Paternò. E in questo senso appare chiaro che il lavoro da fare è quello di coinvolgere docenti e studenti delle scuole per costruire una nuova identità e la consapevolezza che l’artista e le sue opere sono indispensabili per la crescita culturale della comunità, come tutte le altre risorse presenti in città e nel suo territorio. La storia dell’arte di questa città deve entrare a pieno titolo nei contenuti curriculari delle scuole di ogni ordine e grado. Per riconoscere, per svelare, per capire le ragioni del nostro futuro e in questo senso la prof.ssa Stefania Aricò è stata esaustiva.

Ma dall’incontro sono emerse altre particolarità.

Per esempio, una più convincente argomentazione sulla possibilità che il pittore cretese-spagnolo El Greco abbia contribuito alla stesura dell’opera della Madonna dell’Itria e della stessa Madonna della Raccomandata (Misericordia). Riflessione proposta dal dott. Alfredo Nicotra con un atlante di riferimenti iconografici che cominciano delineare i rapporti tra Paternò, El greco e le opere presenti in città.

Arte, cercando Sofonisba Anguissola nella cultura europea: paesaggio, città e architettureSono altrettante chiare le indicazioni che Lina Scalisi – docente all’Università e direttrice dell’Accademia delle Belle Arti di Catania – pone per continuare le ricerche che non possono prescindere dalla consapevolezza che Sofonisba è un’artista che rappresenta la cultura europea e che gli stessi Moncada sono una famiglia influente e presente dalla Spagna a Palermo, da Caltanissetta alle diverse contee in cui governavano e non certamente circoscrivibile solo a questa città. Propone quindi un cambio id prospettiva, una visuale più ampia e un monito: c’è ancora tanto da scoprire negli archivi, tanto da indagare, e la lettura geografica e socioeconomica è essenziale.
Infine, il paesaggio, la città e l’architettura sono stati i temi affrontati – da chi scrive – per aprire un nuovo fronte della ricerca. Il rapporto tra il tempo storico in cui vive Sofonisba a Paternò e la forma della città e del suo territorio. I rapporti tra il suo continuo viaggiare in Europa e la sua produzione artistica registrando analogie e metamorfosi. Fino a confermare alcune intuizioni (diventate scientifiche) del Nicotra sull’attribuzione a El Greco di parti delle opere presentati. Il tema della Madonna dell’Itria (di matrice greca); i paesaggi di acqua e di terra, quasi espressionisti; il simbolismo, le gerarchie dello spazio e l’invenzione dello stesso ci riportano a quelle esperienze della pittura veneto-cretese che si contrappongono alla pittura leonardesca della Sofonisba cremonese.

E in questo senso, anche quella corrispondenza del paesaggio, in un primo momento identificata con Catania, oggi appare sempre più fragile. Le immagini – ottenute per composizione e per invenzione – sembrano riportare lo sguardo nel territorio del Simeto e la ricerca di una corrispondenza documentale e topografica è improbabile. Il corso d’acqua è un fiume e rappresenta il vissuto storico dell’artista. Quale artista? El Greco o Sofonisba? Quindi una composizione allegorica, puntellata da elementi grafici dal forte simbolismo che utilizza archetipi della natura e dell’architettura, tutto sovrastato da quel pathos che le nuvole rappresentano, utilizzate come luogo metafisico e spirituale.

Non ci rimane che andare avanti nella ricerca, a partire da quella città che ospita Sofonisba (Paternò) e dalla Madonna della Catena di Antonello Gagini – conservata nella chiesa di Santa Barbara – che è probabilmente uno dei referenti a cui attinge Sofonisba. Ma non solo, e utile indagare anche sulla forma frugale e sobria di quel palazzo Moncada, custode delle antiche mura a controllo dell’ingresso della città. Uno spazio urbano che non appariva come è oggi. E serve cercare ulteriori conferme sulle tre chiese che governavano i Moncada, quella di San Giovanni Evangelista dentro il cenobio benedettino (oggi Madonna delle Grazie sull’acropoli), quella di San Francesco (ex San Giorgio e tempio di Venere) e quella della Madonna del Carmine, diventata tale solo qualche anno prima dell’arrivo di Sofonisba a Paternò ma in precedenza sempre benedettina. Certo è che la pittura Cretese-Veneta, entra in qualche modo nella storia di questa città se pensiamo anche alla cappella di San Giovanni dentro la torre normanna. Questo rapporto tra Creta e Paternò non è occasionale.
Non ci rimane che sollecitare nuovi studi e ricerche a partire dalle antiche pietre e dagli archivi. Con uno sguardo verso la Sicilia dei Viceré e l’Europa spagnola, dentro un Mediterraneo ricco di scambi e commerci, di uomini e di arte.

Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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