Musica, il Coro Lirico Siciliano ‘traduce’ l’opera lirica nella lingua dei segni: una rivoluzione culturale e sociale

Musica, il Coro Lirico Siciliano ‘traduce’ l’opera lirica nella lingua dei segni: una rivoluzione culturale e sociale

Una rivoluzione culturale e sociale quella promossa dal Coro Lirico Siciliano, che per la prima volta in Italia lancia il progetto di traduzione simultanea dell’opera lirica nella Lingua dei Segni.

Sabato 21 settembre è andato in scena l’ultimo appuntamento della stagione: al Teatro Romano di Catania, la Cavalleria Rusticana tradotta da interpreti Lis. Oltrepassare la stessa essenza della musica, trasformando gli artisti, l’orchestra sinfonica, i danzatori e persino le pietre millenarie in corpi vibranti e in sensazioni di forte impatto emozionale: il maestro Francesco Costa, direttore artistico del Festival Lirico dei Teatri di Pietra in Sicilia, è l’ideatore di questo progetto sperimentale che «nasce dall’idea di poter donare un sorriso, un’emozione a persone cui solitamente questa forma di arte è sostanzialmente preclusa; siamo molto orgogliosi e sempre più responsabili della nostra missione nel mondo. È questo che accade quando il silenzio si trasforma in musica».

Vivere le emozioni dell’opera tramite la Lingua dei segni «è stato un momento incredibile che non avrei potuto altrimenti percepire – racconta Andrea Burgio -; ringrazio il Coro che ha dato l’opportunità a tutte le persone sorde di partecipare appieno a qesta forma d’arte». Anche Francesco Arrabito conferma che un conto è percepire «la musica attraverso le vibrazioni, ma comprendere il significato dei testi dell’opera attraverso la lingua Lis è un’altra cosa».

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