Via libera a Marco Bucci. Il sindaco di Genova è il candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Liguria del 27 e 28 ottobre dopo le dimissioni di Giovanni Toti, sotto inchiesta per corruzione. La coalizione ha trovato la quadratura del cerchio. Decisiva la telefonata della premier Giorgia Meloni al primo cittadino del capoluogo ligure che ha sbloccato l’impasse che andava avanti da tempo. Bucci era già stato in cima alla rosa dei nomi ma, inizialmente, aveva declinato la proposta. Però alla fine ha accettato. «Negli ultimi giorni – ha confidato il diretto interessato – ho ricevuto richieste da tutti i leader politici del centrodestra e dal presidente del Consiglio con la quale ho avuto un colloquio lungo e amichevole».
Bucci – sottolineano in una nota Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi – «è la persona giusta per dare continuità alla crescita della Liguria portata avanti in questi anni grazie all’ottimo lavoro del centrodestra. Bucci ha dimostrato, sul campo, di essere un ottimo amministratore. È stato uno dei protagonisti del `modello Genova´». «Centrodestra unito per Marco Bucci. Una persona seria e competente che sono sicura potrà dare il meglio per la regione e i suoi cittadini», il commento della presidente del Consiglio. «Marco Bucci, il sindaco dei Sì. È lui il candidato presidente, del centrodestra unito, per vincere le elezioni regionali in Liguria. Il sindaco che ha liberato Genova dalle catene dell’immobilismo di cui era prigioniera.
Il sindaco della crescita economica e infrastrutturale», sottolinea dal canto suo il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. Bucci è «una persona competente e un grande sindaco che, grazie al modello Genova, ha saputo far rinascere la sua città dopo il crollo del Ponte Morandi e che dal 28 ottobre sarà un grande governatore a servizio della Liguria. Forza Marco, andiamo a vincere», commenta il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. «Abbiamo scelto una figura civica non certo per uscire dallo stallo perché non c’è stato nessuno stallo. Stavamo lavorando a questa scelta da tempo e siamo arrivati a quella che è una bellissima giornata, sono veramente contento perché Marco è una risorsa», aggiunge. Nell’ottica del tetris della scelta dei candidati per le regionali, quindi, rinunciando ad Edoardo Rixi che continuerà a lavorare al Mit, il Carroccio arriva senza le mani legate a un altro appuntamento delicato come quello del Veneto, al voto nel 2025.
Tornando alla Liguria, Bucci in un lungo post sui social motiva così la scelta di scendere in campo per il post-Toti: «In queste ultime settimane mi sono accorto che il modo migliore per garantire il completamento delle opere e dei progetti che abbiamo iniziato è quello di estendere il nostro metodo di lavoro a tutta la Liguria». E ancora: «Genova è rinata grazie alla visione di una città che ha saputo reinventarsi, senza mai tradire la sua anima. Oggi, questa visione deve diventare il motore di tutta la Liguria. Le sfide non mancheranno, ma sono certo che insieme, uniti, possiamo fare la differenza».
Intanto, Matteo Renzi, dopo l’appoggio a Bucci in Comune, fa un’altra scelta in vista delle regionali: «È stato un bravo sindaco di Genova ed abbiamo lavorato bene insieme. Conoscendolo ne ho potuto apprezzare anche la profonda umanità e la sincera amicizia. Oggi si candida per il centrodestra come governatore della Liguria. Ma stavolta noi non lo appoggeremo. La politica ha le sue regole, siamo seri». E proprio oggi è partita la campagna di comunicazione social del dem Andrea Orlando, in corsa per il centrosinistra, dal titolo `Liguri, a testa alta´. «Insieme a tutte e tutti voi, per risollevare la nostra regione, per dare speranza, lavoro e opportunità alle giovani generazioni, per garantire il diritto alla salute, per non lasciare nessuno indietro. In poche parole, fare per bene», scrive su X l’ex ministro del Lavoro. Dal canto suo, il segretario del Pd genovese, Simone d’Angelo, sbotta: «La scelta del sindaco di Genova di candidarsi alle regionali chiude» il secondo mandato da «sindaco: non sta nelle regole scritte ma in quelle istituzionali ed è evidente che non può più tornare indietro neanche in caso di sconfitta e che sarebbe irrispettoso per i genovesi».