Caso Sangiuliano, Meloni parla con il ministro e lo difende (per ora): “Nessun euro speso per Boccia, né documenti riservati a lei”

Caso Sangiuliano, Meloni parla con il ministro e lo difende (per ora): “Nessun euro speso per Boccia, né documenti riservati a lei”

Dai selfie sui social fino alle mail finite sui giornali alle interrogazioni parlamentari.

La ripresa dell’attività è agitata dal caso Sangiuliano e dal ruolo di Maria Rosaria Boccia, imprenditrice campana che si è autodefinita consigliera del ministro della Cultura per i Grandi Eventi, salvo essere smentita dal Ministero.

Le opposizioni incalzano il ministro affinché spieghi il ruolo di Boccia, che compare spesso nelle foto accanto al ministro. La questione arriva fino a Palazzo Chigi, dove ci si interessa della vicenda per capire, in particolare, se la presenza di Boccia a quegli eventi abbia comportato spese. La stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – di cui diverse fonti di governo riportano una certa irritazione – rivela di aver sentito Sangiuliano e per il momento non mette in discussione la sua parola: «Io ho parlato con il ministro Sangiuliano», dice in occasione del suo ritorno in tv dopo la pausa estiva, e «il ministro mi dice che aveva valutato la possibilità di dare a questa persona un incarico di collaborazione non retribuito. Poi ha fatto una scelta diversa» e «mi garantisce che non ha avuto accesso ad alcun documento riservato, particolarmente sul G7, e soprattutto mi garantisce che non un euro dei soldi pubblici degli italiani è stato speso per questa persona. Queste cose mi interessano per i profili di governo. Il gossip lo lascio ad altri e non credo debba commentarlo io».

Il messaggio sembra chiaro, e viene confermato dalle stesse fonti di governo: se venisse fuori che fondi pubblici sono stati impiegati per pagare la presenza di Boccia agli appuntamenti in compagnia del ministro, o uscissero documenti riservati e delicati, la posizione di Sangiuliano diverrebbe difficilmente sostenibile. E a complicare le cose è la stessa sedicente `consulente´ del Ministero, che poco dopo l’intervista di Meloni pubblica un nuovo post su Instagram in cui riporta le parole della premier e la punzecchia, specificando in una storia: «Questa persona ha un nome, un cognome e un titolo». Così l’aveva definita infatti la premier senza nominarla, `questa persona´, riportando le rassicurazioni del ministro Sangiuliano. Boccia pubblica però anche due documenti sulla riunione dei ministri della Cultura del G7 di Napoli, in programma dal 19 al 21 settembre, di cui è visibile solo l’intestazione.

Da Fratelli d’Italia il capogruppo Tommaso Foti derubrica la questione: «Io non ho alcuna difficoltà a dire che dei gossip estivi non me ne occupo. Se ci sono, invece, delle questioni istituzionali che abbiano un fondamento, e non so se le stesse ne abbiano o meno. Io sono per dire se c’è da discutere si discuta pure ma si discuta di cose serie, di atti e non di pettegolezzi». Il caso compare da giorni nelle cronache politiche, e potrebbe arrivare in Parlamento, con il centrosinistra che annuncia interrogazioni in particolare su una mail relativa all’organizzazione del G7 Cultura di Pompei che sarebbe stata indirizzata per conoscenza anche a Boccia, pubblicata da siti e giornali.

Il Pd, con la capogruppo alla Camera Chiara Braga annuncia che «senza aspettare la conferenza dei capigruppo il Partito Democratico presenterà un’interrogazione» chiedendo al presidente Federico Mollicone di convocare immediatamente la commissione Cultura per la risposta del ministro. «Sangiuliano – incalza – avrebbe dovuto chiarire senza l’input delle opposizioni». «Per Gennaro Sangiuliano e per l’intero governo Meloni è finito il tempo dei silenzi imbarazzati – fa eco il M5s con i capigruppo in commissione cultura alla Camera e al Senato Antonio Caso e Luca Pirondini -. Devono spiegare perché una `consigliera´, che tale non era, del ministro della cultura ha partecipato ad incontri riservati, a chat interne al ministero e a riunioni con i consiglieri del ministro senza averne titolo».

«Il G7 cultura è ancora sicuro?», chiede la dem Irene Manzi, «siamo davanti a una situazione molto grave che dimostra gravi falle organizzative su cui chiediamo chiarezza e che vengano fatti tutti gli accertamenti del caso anche da parte della Farnesina e del Ministero degli interni». Fonti vicine alla sovrintendenza del Parco Archeologico di Pompei confermano a LaPresse che la richiesta di inserire l’indirizzo mail di Boccia sarebbe arrivata informalmente dal Ministero. In ogni caso, per il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio, Boccia «non è mai stata presente in tutte le riunioni nelle quali si è discusso dei dettagli del G7 della Cultura».

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