Europee, Arianna Meloni non si candida e Giorgia sta meditando: si defila Salvini

Europee, Arianna Meloni non si candida e Giorgia sta meditando: si defila Salvini

Alle Europee, Arianna sì o Arianna no? «Arianna no.

Vi assicuro che non mi appartiene». A un mese dalla presentazione delle liste per le elezioni del 9 giugno, Arianna Meloni, che dalla scorsa estate ricopre un ruolo ufficiale di primo piano nel partito di via della Scrofa, ribadisce il suo no alla candidatura. «Preferisco stare dietro le quinte, occuparmi dell’organizzazione, del partito», confessa in una pausa al congresso romano di Fratelli d’Italia. Conclusa la stagione congressuale si pensa alle prossima tappa. «Ci siamo riorganizzati e adesso si parte per la campagna elettorale dell’Europee», sottolinea la sorella della premier.

Il lavoro per le candidature è in corso, i simboli vanno depositati tra il 21 e il 22 aprile, per le liste c’è una settimana in più. La premier potrebbe comunicare cosa farà a fine aprile a Pescara, alla conferenza programmatica. E se alla fine dovesse scegliere di non mettere il suo nome in lista ci sarebbe comunque una Meloni? «Giorgia non ha sciolto la riserva e quindi quello poi lo deciderà lei, sta facendo le sue valutazioni, vediamo. Anche se lei dovesse scegliere di no, io per me sono comunque orientata al no». «È ovvio che io sono un soldato – risponde incalzata dai cronisti -. Quindi non si può mai sapere nella vita se sei chiamato a fare altro, ma io do per scontato assolutamente di no». Sarebbe un inedito per lei, da sempre al lavoro nella macchina del partito. E neppure tanto nelle sue preferenze: «sento che in questo ruolo riesco a mantenere più lucidità, mi piace quello che faccio». Il tema delle donne capolista non la entusiasma: «il Pd è quello delle acclamazioni. Noi abbiamo il presidente del Consiglio donna», e «quelli bravi staranno in una situazione migliore rispetto a uno meno capace o che comunque ha lavorato meno, tutto qua. È una questione di merito».

In casa Forza Italia si punta su Letizia Moratti, sarà capolista se il segretario Antonio Tajani alla fine decidesse di non candidarsi. Nella Lega, Matteo Salvini ha già chiarito che non si candiderà, e punta tutto sul fronte sovranista di Identità e democrazia, una posizione che rivendica: «Sovranista non è mica una parolaccia». Allontanandosi dal percorso degli alleati. Dalla scuola di formazione politica della Lega ha lanciato poi una nuova bordata a FI: «Ovviamente a livello continentale si fanno poi scelte, un partito alleato di questo governo l’ha già fatto, Forza Italia, quando cinque anni fa ha scelto di governare il continente con i socialisti, le sinistre, con Timmermans, con von der Leyen, con il Pd e con il M5S». Ha poi smorzato un po’ i toni contro il presidente francese Macron, che ieri all’evento di Winds of change, aveva caricato a testa bassa, definendolo un pericolo per l’Europa per la posizione sull’Ucraina. «Non ce l’ho con Macron, non lo conosco – ha precisato – ma quando nel 2024 parli di mandare soldati al massacro, soldati che sono figli, fratelli, mariti, smentisci la natura stessa per cui è stata fondata la comunità europea. Non parlo di Ue, ma di comunità europea: noi siamo una comunità, non una marmellata dove contano banchieri e potenti».

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