In Basilicata il centrosinistra trova una soluzione dell’ultimo minuto e, dopo il ritiro di Domenico Lacerenza, lancia la candidatura di Piero Marrese, presidente Pd della provincia di Matera.
Il diretto interessato si dice «pronto per il nuovo impegno» cui lavorerà ispirato da «umiltà, determinazione e perseveranza» e l’annuncio della candidatura arriva dopo un weekend di incontri serrati: «La proposta, che resta aperta ad altre forze civiche dello stesso campo che vorranno aderire – scrivono in una nota Pd, M5S, Avs, +Europa e socialisti – ha l’obiettivo di offrire ai cittadini della Basilicata un’alternativa di governo migliore rispetto a quella fallimentare degli ultimi cinque anni dell’amministrazione Bardi».
Piero Marrese rappresenta «l’alternativa di buon governo che serve alla Lucania – conclude la nota – concretezza, presenza sul territorio, rinnovamento». Dopo il passo indietro di Domenico Lacerenza il centrosinistra prova a ritrovare coesione dopo giorni che lo stesso responsabile Organizzazione del Pd, Igor Taruffi non esita a definire «difficili e con più di un inciampo». «Abbiamo lavorato in modo ostinato per tenere insieme il più ampio schieramento di forze e c’è stata un’ampia convergenza su Marrese», sottolinea il dem ad accordo raggiunto, «l’esito è stato positivo» e «con la Basilicata, il campo progressista si presenta per la quarta volta unito in una regione, dopo il Molise, l’Abruzzo e la Sardegna.
Sul passo indietro di Lacerenza, secondo Taruffi «si sono determinati una serie di incastri che hanno portato allo stallo», ma ora si guarda avanti, al 21 e 22 aprile, quando i lucani saranno chiamati alle urne, e l’ottimismo arriva fino al Piemonte, nonostante la candidatura di Gianna Pentenero avanzata ieri dal Pd abbia fatto infuriare il Movimento 5 stelle: «Finché non saranno depositate le liste c’è tempo – assicura Taruffi – Diceva Boskov: `Rigore è quando arbitro fischia´. Siamo al lavoro ovunque per costruire le condizioni più ampie possibili». A Carlo Calenda, che si dice deluso dallo «spettacolo vergognoso» dato da Pd e M5S e attacca la segretaria del Pd Elly Schlein che «non risponde più al telefono», Taruffi risponde serafico: «E’ difficile riuscire a capire esattamente quali saranno le sue valutazioni finali, ma dal tavolo sono andati via loro». Insomma le porte del campo largo restano aperte e non si esclude l’intesa con `Basilicata casa comune´ di Angelo Chiorazzo, che non più tardi di ieri si diceva di nuovo pronto a scendere in campo da solo. La campagna elettorale può entrare nel vivo, mentre sull’altro fronte, al centrodestra soddisfatto dell’unità consolidata sul candidato Vito Bardi, si unisce il leader Iv Matteo Renzi che non risparmia la stoccata al suo ex partito: «La nuova leadership dem non fa le primarie e punta ai veti – attacca – Per me va bene così, secondo me vince Bardi».