Sanremo, strascico polemico: l’ambasciatore di Israele contro il rapper Ghali e le accuse di genocidio

Sanremo, strascico polemico: l’ambasciatore di Israele contro il rapper Ghali e le accuse di genocidio

La questione della guerra in Medioriente sbarca sul palco dell’Ariston nell’ultima serata di Festival e scoppia la polemica con tanto di posizione dello stato di Israele.

`Stop al genocidio´, dice il rapper milanese Ghali, e al termine dell’esecuzione del suo brano `Casa mia´ per la prima volta la questione Israele-Palestina approda al Festival. «Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile», scrive sui social l’ambasciatore di Israele in Italia Alon Bar.

«Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi insieme ad altre decine di ostaggi israeliani. Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto». Poco prima, peraltro, le telecamere Rai avevano inquadrato alcune persone che al concerto di Tedua sulla Costa Smeralda avevano esposto cartelli con le scritte `Stop genocidio´ e `cessate il fuoco´ e bandiere della Palestina. «Ho vissuto assieme all’ambasciatore Bar ed alla presidente Di Segni – spiega in una nota l’Ad Rai Roberto Sergio – gli eventi che la Rai ha dedicato alla memoria della Shoah nell’ultima settimana di gennaio. E ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano – e continueranno a farlo – la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele ed alla comunità ebraica è sentita e convinta».

Il rapper italo-tunisino intervenendo a `Domenica In-Speciale Sanremo´ su Rai1 ha replicato: «E io per cosa lo devo usare allora il palco? Sono un musicista ancora prima di essere su questo palco, ho sempre parlato di questo da quando sono bambino. Sono uno di quelli nati grazie a internet, internet può documentare che da quando sono bambino e ho fatto le mie prime canzoni a 13-14 anni parlo di quello che sta succedendo, non è dal 7 ottobre, questa cosa va avanti già da un po’. Mi dispiace tanto che abbia risposto in questo modo».

«La gente ha sempre più paura e il fatto che lui dica così non va bene. Continua questa politica del terrore, la gente ha sempre più paura di dire stop alla guerra e stop al genocidio – ha aggiunto il cantante – Siamo in un momento in cui le persone sentono di andare a perdere qualcosa se dicono `viva la pace´, ed è assurdo. Non deve succedere questo». Per Ghali «l’Italia è un paese che porta valori completamente opposti. Ci sono dei bambini di mezzo, io ero un bambino che sognava e ieri sono arrivato quarto a Sanremo – ha concluso – Tra quei bambini che stanno morendo in questo momento, chissà quante star, quanti dottori, quanti insegnanti e quanti geni ci sono. Perché?».

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