Paternò, gemelli ai domiciliari ricevevano pregiudicati in casa: “Prendiamo un tè”. Finiscono in carcere

Paternò, gemelli ai domiciliari ricevevano pregiudicati in casa: “Prendiamo un tè”. Finiscono in carcere

La Procura Generale della Repubblica, nell’ambito delle indagini a carico di due gemelli paternesi, Marco e Lorenzo Di Leo, classe ’91, indagati per “associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”, ha chiesto ed ottenuto nei loro confronti dalla Corte di Appello di Catania – II Sezione Penale, la sostituzione della misura degli arresti domiciliari con quella, maggiormente afflittiva, della custodia cautelare in carcere, eseguita dai Carabinieri della Stazione di Paternò.

In particolare in più di un’occasione, i Carabinieri della Compagnia di Paternò, nel corso degli assidui controlli effettuati alle persone sottoposte agli arresti domiciliari, avevano accertato come presso l’abitazione dei due indagati, vi fosse la presenza di soggetti pregiudicati, che andavano appunto a trovare i due fratelli, nonostante i divieti imposti.

Durante le attività ispettive, erano stati infatti identificati all’interno dell’appartamento, individui pregiudicati per rapina e detenzione di sostanze stupefacenti. Addirittura in una di queste circostanze, Lorenzo Di Leo, alla vista dei militari, si era anche liberato di un borsello contenente 7 dosi di marijuana, subito recuperato dopo essere stato lanciato dalla finestra.

Noncuranti delle prescrizioni imposte, gli indagati avevano quindi continuato a ricevere pregiudicati, violando in questo modo le misure a cui erano sottoposti. In occasione dell’ultimo controllo, erano anche state fornite ai militari giustificazioni piuttosto “fantasiose”, come quella di aver ospitato un conoscente per un “tè pomeridiano”.

L’attività svolta dai militari dell’Arma è stata compendiata all’Autorità Giudiziaria che, a fronte delle molteplici violazioni commesse dai due fratelli, ha emesso il provvedimento di aggravamento in argomento.
I Carabinieri di Paternò hanno eseguito la misura associando i due al carcere catanese di Piazza Lanza.

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