Milano, lezioni di valzer prima della proiezione de “Il Gattopardo”: organizzate dalla Cineteca

Milano, lezioni di valzer prima della proiezione de “Il Gattopardo”: organizzate dalla Cineteca

In occasione della riedizione de `Il gattopardo´ di Luchino Visconti – dieci proiezioni dal 10 dicembre al 7 gennaio – Cineteca Milano organizza, presso il foyer del cinema Arlecchino di via San Pietro all’Orto, tre lezioni gratuite di valzer.

Il corso si svolgerà nelle mattine di sabato 9, 16 e 23 dicembre alle ore 11.00. La durata della lezione è di 90 minuti, per un numero massimo a incontro di dieci coppie, ognuna delle quali può partecipare solo una volta. Le lezioni sono tenute da Eliana Colombo della Società di Danza, Associazione Culturale fondata a Bologna nel 1991.
Il valzer fu una danza prodotta dalla società borghese che si andava affermando in Europa dalla metà del Settecento. Nacque in Austria e Germania meridionale nella seconda metà del XVIII secolo e si diffuse in tutta Europa durante la restaurazione post-napoleonica.

La sua origine è ancora incerta, gli studiosi sostengono che derivi dal Landler, un’antica danza popolare tedesca a ritmo ternario nel quale i danzatori si tengono stretti l’uno all’altra e volteggiano. Quel che è certo è che apparve quasi simultaneamente in diverse zone dell’Europa, progressivamente perse in rusticità e acquistò eleganza fino a entrare alla corte di Vienna. Non fu però così semplice il percorso che condusse alla capitale dell’Impero perché inizialmente suscitò grande scandalo sia presso le autorità civili sia religiose.

Quando però il valzer conquistò i salotti e i teatri di tutta Europa, frequenti e sempre più assillanti furono le richieste di nuove musiche, che permisero a musicisti e in particolare alla dinastia degli Strauss, famiglia di musicisti di bassa estradizione sociale, di emergere componendo un numero altissimo di musica da ballo.

Johann Strauss padre darà alla musica per valzer la dignità della musica seria, strappandola alla ripetizione monotona delle composizioni tradizionali. Nonostante la vastità della produzione, che gli era imposta dalla domanda continua del mercato – ogni festa da ballo, fra l’introduzione e il finale, prevedeva l’esecuzione di cinque nuovi valzer – riuscì a conferire originalità a ogni sua partitura. Ebbe dunque il merito di rendere questo ballo, un genere colto grazie alla sua trasformazione in composizione sinfonica, e la sua definitiva divulgazione nel mondo si deve al figlio che portò questa espressiva danza alle soglie del XX secolo.

Lo scoppio del primo conflitto mondiale ne segnò definitivamente il tramonto e con esso la fine della lunga avventura della società borghese dell’Ottocento, di cui questo ballo era stato il simbolo.

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