Il Tribunale di Catania ha assolto il cuoco Carmelo Chiaramonte da tutte le accuse relative alla detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio e al loro utilizzo in alimenti addizionati.
Il procedimento era stato incardinato su un’indagine avviata nel settembre 2019 da Carabinieri di Pedara, nel catanese. Il noto chef, difeso dall’avvocato Rita Lucia Faro, si è sempre dichiarato estraneo a tutte le accuse mosse nei suoi confronti, spiegando che in quel periodo era impegnato ad approfondire gli aspetti relativi all’effetto terapeutico della cannabis senza Thc come terapia del dolore e in particolare gli aspetti legati ai benefici della sostanza tramite la somministrazione, con specifico riferimento ai regimi alimentari dei malati oncologici.
«Una ricerca – afferma Chiaramonte in una dichiarazione dopo la sentenza – in linea con un filone internazionale non certo sconosciuto al dibattito pubblico, scientifico e medico, prima ancora che sociale e politico, a cui negli anni passati mi sono dedicato con lo stesso approccio sperimentale e innovativo che ho dedicato a tutti gli approfondimenti sull’origine e le proprietà degli alimenti. Mi sono sempre difeso dall’inchiesta – aggiunto lo chef – che mi ha coinvolto considerandola un clamoroso equivoco oltre che una grave minaccia alla mia reputazione, accompagnata peraltro da un superficiale atteggiamento di disinformazione nella diffusione delle notizie, minaccia da cui per fortuna mi ha tutelato la credibilità guadagnata in decenni di studio e di lavoro».
«Sono felice – conclude Chiaramonte – di avere sempre, in questi anni, avuto fiducia nella giustizia, e di aver atteso serenamente l’esito che oggi è finalmente giunto».