«Nostro figlio non ha scelto di essere il protagonista di questa storia, e non gli si può chiedere di diventarne la vittima» e «se nessuno in questa nazione riesce a mettersi nei panni di un bambino, se nessuno riesce a tutelarlo e prevale un sistema `adultocentrico´ a danno di un minorenne, allora significa che l’Italia ha fallito».
Lo afferma la donna che col marito è da tre anni affidataria di un bambino che era stato abbandonato alla nascita a Ragusa, in un audio inviato e pubblicato da lasicilia.it, sito del quotidiano La Sicilia. Il piccolo era stato dato in affido alla coppia che ne ha chiesto l’adozione, ma la madre naturale ha chiesto di riaverlo con sé e Corte d’appello di Catania, con provvedimento confermato dalla Cassazione, ha trovato un vizio di forma nella procedura e ha disposto che torni da lei entro il 28 dicembre prossimo. La coppia ha lanciato anche una petizione online sul portale Change.org «Lasciate Miele con la sua mamma e il suo papà» che ha già raccolto quasi 28mila firme.
«Siamo rimasti in disparte finora per garantire la massima tutela di nostro figlio – afferma la donna anche a nome del marito – ma crediamo sia giunto il momento di dire le cose come stanno». Al piccolo, aggiunge, «non gli si può chiedere di ricalcolare la sua vita, perché quando hai tre anni, tre anni sono tutta la tua vita, come si può pensare di aggiungere un abbandono a un altro abbandono, niente di tutto questo è nell’interesse del minorenne». «Rimaniamo fermi – conclude la donna – credendo che c’è un giudice sopra ogni giudice che non fallisce mai e che vegli sulla vita di nostro figlio».
A trovare il neonato nel novembre del 2020 fu il padre naturale che finse di essersi casualmente ritrovato il piccolo davanti il suo esercizio commerciale. Il bambino era nato da una relazione extraconiugale con una donna che aveva già altri due figli, compresa una ragazzina di cui è lui il padre. L’uomo, col rito abbreviato, è stato condannato a due anni reclusione per abbandono di minorenni. Con la stessa accusa è a processo, con udienza a febbraio del 2024, davanti al Tribunale di Ragusa, la madre che adesso chiede di potere riavere suo figlio. La donna ha sostenuto di non volere abbandonare il piccolo, ma di averlo affidato al padre naturale per portarlo in un ospedale.