Costerà caro tornare a casa a Natale ai tanti lavoratori della scuola che prestano servizio a centinaia di chilometri da casa, quasi sempre docenti e Ata del Sud assunti in istituti del Centro-Nord: nei giorni precedenti alle festività natalizie i costi degli aerei hanno raggiunto costi proibitivi.
Per un volo Milano-Catania o Torino-Palermo, ad esempio, le compagnie chiedono oltre 500 euro.
«Il problema – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che se il prezzo del biglietto aereo per tornare a casa e ritornare al lavoro ad inizio 2024 supera i 1.000 euro, lo sconto si soli 100 o 200 euro non cambia molto la situazione. Come fa un docente o un amministrativo a spendere oltre 800 euro, più quelle per gli spostamenti per arrivare all’aeroporto, quindi tutta la tredicesima, solo per raggiungere i propri cari e festeggiare il Natale e la fine dell’anno? Fa anche un certo scalpore pensare che per andare dalla Sicilia a Londra i prezzi siano la metà di quelli da affrontare per arrivare in Lombardia, Piemonte e Veneto».
«La realtà – continua Pacifico – è che per il personale scolastico che deve viaggiare per lavoro bisognerebbe introdurre prezzi calmierati, a cui applicare gli sconti introdotti dal Ministero, peraltro da confermare in modo permanente e non attuare come è previsto in questo momento solo fino al 31 dicembre 2023. Inoltre, chi viaggia tanto per raggiungere il posto di lavoro ha diritto a un’indennità di sede: perché esiste nel privato e in altri comparti, ma non nella scuola? Invece di venire incontro a chi svolge un’opera preziosissima, quella della formazione dei nostri giovani, si permette alle compagnie dei trasporti di fare cassa sulla pelle di chi guadagna meno di un operaio specializzato: lo riteniamo offensivo e ingiusto, servono interventi concreti. Altrimenti non ci lamentiamo se poi il mestiere più bello del mondo non vuole farlo più nessuno».