L’indagine della Procura di Catania che ha portato all’applicazione di misure coercitive per 3 persone, in concorso con altri 28 soggetti, e al sequestro delle quote sociali di 25 imprese per un totale di 86 milioni di euro, trae origine dallo sviluppo di talune evidenze emerse nel corso dell’operazione “FOLLOW THE MONEY”, che ha riguardato alcuni degli attuali destinatari di misura, tra cui SIVERINO Antonio, detto “u miliardariu”, e il figlio Francesco.
Il procedimento penale scaturito dalla citata operazione è stato definito con la condanna in primo grado di 8 imputati, che avevano optato per il rito abbreviato, ed il rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa degli imprenditori SIVERINO Antonio e Francesco, già tratti in arresto nel 2021.
I SIVERINO, alla luce delle evidenze emerse in quell’indagine, avrebbero sistematicamente favorito il clan “Scalisi” di Adrano, articolazione locale della famiglia mafiosa “Laudani”, e il suo esponente di spicco SCARVAGLIERI Giuseppe, fornendo, mediante l’alimentazione della cassa e il mantenimento del gruppo e dei suoi sodali, un contributo, stabile e protratto nel tempo, alla realizzazione delle finalità dell’organizzazione mafiosa, al consolidamento del potere economico e all’occultamento e all’incremento del patrimonio del sodalizio, in cambio del quale avrebbero ricevuto protezione e agevolazione nell’espansione delle proprie attività imprenditoriali.
In particolare, a conclusione della citata operazione “FOLLOW THE MONEY”, unità specializzate del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catania e dello SCICO della Guardia di Finanza hanno effettuato perquisizioni locali in esecuzione delle misure cautelari disposte dal Tribunale di Catania nel 2021 nei confronti di 5 indagati, rivenendo documenti societari riferibili non soltanto alle aziende già monitorate in quella fase d’indagine, ma anche a ulteriori società e attività imprenditoriali, apparentemente intestate a soggetti terzi, ma di fatto ritenute riconducibili ai SIVERINO.
Nel nuovo filone investigativo, su delega della Procura sono stati approfonditi i rapporti commerciali e i flussi finanziari all’interno della rete di 25 imprese facenti capo ai predetti imprenditori (SIVERINO) e, al contempo, ricostruite le cause che hanno portato al gravissimo dissesto economico di una delle principali società gestite dai medesimi, denominata SL GROUP Srl, con sede a Catania. Tale impresa, attiva nella commercializzazione di carburante e formalmente amministrata da CARDILLO Christopher, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Catania con sentenza del 15 ottobre 2021, a seguito di istanza di fallimento presentata da questo Ufficio.
Nello specifico, i mirati approfondimenti svolti dal Nucleo PEF di Catania della Guardia di Finanza sulla citata SL GROUP hanno evidenziato – nell’attuale fase del procedimento in cui non si è ancora instaurato il contraddittorio con le parti – che lo stato di decozione societario sarebbe stato determinato da due principali fattori:
– le molteplici e ripetute violazioni alle norme tributarie legate all’omesso versamento dell’IVA per oltre 9,7 milioni di euro solo nel 2019 e stimate nel complesso (per gli anni 2019-2020) in 50 milioni di euro;
– le condotte di carattere distrattivo operate dai SIVERINO che, con il concorso di soggetti prestanome a capo di 6 diverse società, tutte riconducibili ai predetti, avrebbero operato ingiustificati prelievi in contante e bonifici in favore di tali compagini societarie, così drenando liquidità per non meno di 27,7 milioni di euro in un arco temporale di poco più di 3 anni (metà 2018 – inizi 2021).
Le distrazioni delle risorse della SL GROUP Srl sarebbero avvenute in un primo momento a favore di 6 società (AZIMUT Srls, NUOVA GROUP Srl, G.M.A. GROUP Srls, con sede a Catania, AG OIL Srls e SA LOGISTICS Srl con sede a Milano, operanti nel settore della commercializzazione di carburanti nonché della logistica e dei trasporti nonché GOLD GROUP Srl, con sede a Enna e attiva nella compravendita di autoveicoli) e di una persona fisica – LIOTTA Alfredo – rappresentante legale di ulteriori 2 imprese (SIVE GROUP Srl, con sede a Catania, e SIVE INTERNATIONAL GROUP Ltd, con sede in Bulgaria, attive nel settore della logistica e dei trasporti).
Sono state inoltre individuate e ricostruite molteplici operazioni di trasferimento di fondi “infragruppo”, potendo i SIVERINO contare sul “controllo di fatto” di un numero consistente di aziende, in totale 25, dislocate in diverse province del territorio nazionale (Catania, Milano, Napoli, Roma, Varese e Verona). Tali operazioni avrebbero consentito di riciclare e reimpiegare nel circuito economico legale somme di denaro stimate in circa 48 milioni di euro, rendendo difficoltosa l’identificazione della loro provenienza delittuosa.
In un caso, ad esempio, le somme trasferite da SL GROUP Srl a GOLD GROUP Srl, pari a 6 milioni di euro, sono state successivamente frazionate e trasferite, senza una reale ragione economica, ad altre 11 imprese rientranti nel reticolo societario controllato dagli indagati.
In un altro caso, invece, la fallita ha trasferito circa 9,5 milioni di euro alla AZIMUT Srls la quale, analogamente a quanto avvenuto con la GOLD GROUP, ha a sua volta frazionato e dirottato tali somme su altre 10 aziende del “gruppo”, una delle quali ha poi impiegato parte della liquidità per l’acquisto di beni di lusso del valore di 240.000.
L’anello di congiunzione tra i SIVERINO e la rete dei prestanome a capo delle 25 società e ditte coinvolte sarebbe stato LIOTTA Alfredo, il quale avrebbe rappresentato per i formali rappresentanti legali il referente da cui ricevere indicazioni e a cui rivolgersi in caso di necessità.
Le complesse attività investigative sviluppate dal Nucleo PEF etneo della Guardia di finanza, anche mediante l’acquisizione e l’analisi di copiosa documentazione bancaria, contabile e contrattuale, hanno permesso di sottoporre al vaglio di questa Autorità Giudiziaria plurimi elementi indiziari in merito a condotte di omesso versamento dell’IVA, bancarotta, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio.
Alla luce del complesso delle evidenze investigative raccolte, il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale – su richiesta di questo Ufficio – ha pertanto disposto:
– la custodia cautelare in carcere nei confronti di SIVERINO Antonio e Francesco e gli arresti domiciliari a carico di LIOTTA Alfredo;
– il sequestro delle quote sociali di 25 attività commerciali (13 società e 12 ditte individuali), site nelle province di Catania (n. 5), Enna (n. 1), Mantova (n. 1), Napoli (n. 1), Milano (n. 13), Roma (n. 3), Verona (n. 1), operanti nel settore della logistica e dei trasporti, delle ricerche di mercato, della commercializzazione di prodotti petroliferi e metalliferi nonché della compravendita di autoveicoli;
– il sequestro di beni e altre utilità nella disponibilità degli indagati e comunque agli stessi riconducibili fino a concorrenza del valore complessivo di 86 milioni di euro.
L’attività dei Finanzieri di Catania si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Procura e dalla Guardia di finanza volte a contrastare sotto il profilo economico- finanziario ogni forma di manifestazione criminale e ad evitare i tentativi, sempre più insidiosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale, mediante partecipazione al capitale di imprese sane, e di distorsione della concorrenza.