Per la giudice Silvana Saguto e per altri quattro degli imputati del processo sullo scandalo della gestione dei beni confiscati si sono aperte le porte del carcere.
La condanna per concussione, passata in giudicato dopo la sentenza emessa giovedì sera dalla Cassazione, che ha inviato gli atti in Appello limitatamente ad alcune condanne, è diventata esecutiva.
L’ex giudice Saguto, già presidente del tribunale di misure di prevenzione, è stata raggiunta dall’ordine di esecuzione pena nella clinica dove era ricoverata da 20 giorni circa. Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo.
L’ex giudice Silvana Saguto per lo scandalo della gestione dei beni confiscati dovrà scontare in carcere una condanna a 7 anni, 10 mesi e 15 giorni per concussione e corruzione, passata in giudicato dopo la sentenza della Corte di Cassazione, che ha annullato alcune condanne ma ha confermato quella di concussione e corruzione. A emettere l’ordine di esecuzione pena è stata la procura generale di Caltanissetta.
Secondo quando ricalcolato dalla procura di Caltanissetta, le condanne passate in giudicato superiori ai 4 anni non possono essere sospese. Per l’ex presidente del tribunale per le misure di prevenzione di Palermo si sono aperte le porte del carcere, nonostante l’ex giudice fosse ricoverata in una clinica. In carcere sono finiti anche Lorenzo Caramma, il marito di Saguto, condannato a 6 anni e un mese, e gli ex amministratori giudiziari del `cerchio magico´ Carmelo Provenzano e Gaetano Cappellano Seminara, che dovranno scontare 6 anni e 8 mesi e 7 anni e 6 mesi. L’ingegnere Cappellano Seminara si è costituito a Bollate a Milano e Provenzano nel penitenziario romano di Rebibbia. Al vaglio il ricalcolo della pena per Roberto Santangelo, che in secondo grado aveva ricevuto una condanna a 4 anni e 2 mesi.
Ovunque ce il marcio !!!