E’ morto nella notte Matteo Messina Denaro.
Il boss della mafia aveva 61 anni, era stato arrestato lo scorso 16 gennaio dopo circa 30 anni di latitanza. Messina Denaro si è spento nell’ospedale de l’Aquila dove era ricoverato, in una stanza blindata, dal mese di agosto. Il boss soffriva da tempo di un tumore al colon e da venerdì era stato dichiarato in coma irreversibile.
Una latitanza durata 30 anni, finita in un lunedì mattina di tranquillità tra le strade di Palermo il 16 gennaio 2023, il giorno che passerà alle cronache per essere quello in cui è stato arrestato Matteo Messina Denaro, l’ultimo superlatitante di cosa nostra.
Sessantuno anni compiuti ad aprile, il capo del mandamento di Castelvetrano e boss della mafia nel Trapanese era entrato in latitanza nel 1993 in piena epoca stragista con le bombe a Roma, Milano, Firenze ed era uno dei maggiori ricercati al mondo. A novembre di quell’anno si rese responsabile di uno dei fatti di sangue più macabri della sua carriera criminale, organizzando il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, 13enne figlio di un pentito, per costringere il padre a ritrattare le rivelazioni rese agli inquirenti sulla strage di Capaci. Il ragazzo venne strangolato e il cadavere sciolto nell’acido dopo una lunga prigionia durata 779 giorni.
Storico alleato dei Corlenonesi di Toto Riina, fu Paolo Borsellino a iscrivere il nome di Messina Denaro per la prima volta in un fascicolo giudiziario nel 1989. Da allora il boss è stato raggiunto da mandati di cattura per associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, furto e numerosi altri reati. Qualche tempo fa è stata anche sentita la sua voce comparsa da un vecchio nastro processuale.
Noto anche come `U siccu´ per la corporatura magra, l’ultimo capo dei capi è stato più volte vicino alla cattura negli anni. Nel 2010 un collaboratore di giustizia dichiarò che Messina Denaro avrebbe assistito a una partita del Palermo allo stadio Barbera utilizzando l’occasione per incontrare altri boss con i quali organizzare attentati dinamitardi contro il Palazzo di Giustizia e la squadra mobile di Palermo. Nel 2015 l’emittente Radio Onda Blu avrebbe diffuso le immagini satellitari di una sua presunta abitazione a Baden in Germania e di una sua auto. Tra legami internazionali in sud America e sospetti di vicinanza alla politica, sarebbe sempre scampato alla cattura. L’arresto è avvenuto la mattina del 16 gennaio quando i carabinieri del Ros lo hanno circondato alla clinica La Maddalena di Palermo dove era in cura per un cancro al colon.
L’ex primula rossa fino alla fine ha deciso di non pentirsi. Il 5 febbraio il Ros diffonde un audio di Messina Denaro intercettato in auto il 23 maggio 2022, nel trentennale della strage di Capaci in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. «Questo telefono non mi prende stamattina e io qua, bloccato con le 4 gomme a terra, cioè non bucate, sull’asfalto, che non si muovono per le commemorazioni di `sta minchia´», dice ai suoi. «Voi mi avete preso per la mia malattia», riferisce ai pm nell’interrogatorio di garanzia.
L’ex boss di cosa nostra era ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale dell’Aquila. Le sue condizioni di salute erano peggiorate nei giorni scorsi. Messina Denaro era affetto da un tumore al colon. Già da qualche giorno non riusciva ad alimentarsi in maniera autonoma: lo scorso 12 settembre erano state sospese le cure e mantenuta solo la terapie per il dolore. E’ spirato questa notte intorno alle 3 del mattino.