Grande soddisfazione per l’ XI edizione di Carmina in Horto che festeggiava i suoi primi vent’anni con un evento dal titolo: Stupore.
La Cappella Palatina a Palermo, spazio, luce, leggende e poesie.
Dedicata al Maestro Peppino Finocchiaro – in arte D’Inessa, pittore e poeta, scomparso nel 2006 – sabato 9 settembre alla 21.00 in via Annunziata 9 a Ragalna, si sono ritrovati nuovi e vecchi amici per celebrare la bellezza.
Tanta la partecipazione e l’aria pungente di settembre ha reso tutto più frizzante. Un festival di architettura e poesia celebrato da Giovan Battista Scaduto e Loredana Pitino. Lo storico dell’arte e la docente hanno accompagnato gli ospiti nei meandri della poesia di Jacopo da Lentini, attraverso le opere di Ruggero II e Federico II a Palermo avendo come focus la Cappella Palatina di Palermo, dentro Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento Siciliano.
Dentro questa biennale dell’arte, Giovan Battista Scaduto ha presentato nuove visuali nell’apparato musivo della cappella, ma non solo, con una narrazione originale – dentro una delle architetture più enigmatiche e misteriose normanne della Sicilia.
Non solo arte, non solo meraviglie, lo storico dell’arte ha fatto riflettere sul senso della storia, sulla necessità di riscoprire i valori della memoria, mettendo l’accento sulla tradizione inclusiva della Sicilia del passato. Mistero, esoterismo ma anche fede e devozione. Santi e madonne, oriente e occidente, chiesa latina e bizantina. Un tripudio alla bellezza cosmologica e alla visione universale. Tra alberi e fiori, dentro una piccola corte si sono celebrate le liturgie dell’arte. E come in un dialogo d’amore, degno della cultura barocca o del melodramma, arti visive e letteratura si sono inseguiti tutta la serata e Loredana Pitino proposto una raccolta di poesie – arabe, siciliane e ebraiche – che hanno fatto da colonna sonora alla festa dell’arte e della letteratura, nel giardino di Casa Finocchiaro.
Non solo poesie d’amore ma anche brani che sembrano terribilmente attuali e che denunciano le condizioni discriminatorie nei confronti della donna, oggi come ieri. Un urlo poetico per chiedere di andare oltre la cultura dell’indifferenza e della violenza verso le donne.
Ancora una volta – dal 2003 ad oggi – poeti, pittori, attori, saggisti e musicisti sono i protagonisti di questa festa. Un modo per accompagnare la fine dell’estate, per incontrarsi informalmente tra vecchi amici e per accoglierne di nuovi, sotto il vessillo dell’arte. Una passeggiata nell’arte, una ricreazione della mente, a novecento metri sul livello del mare, alle pendici dell’Etna. In un clima familiare e amicale, dentro un piccolo giardino, per gustare le prelibatezze dell’arte visiva accompagnata dalla poesia. Un’esperienza emozionante, imprevedibile e misteriosa. Ma nello stesso tempo il pretesto per condividere dolci e bollicine, progetti e propositi per il futuro e darsi l’appuntamento al 2025 per la XII edizione. Una bella serata, fresca e ricca di emozioni. Voluta dal Direttore artistico Francesco Finocchiaro e dalla tutta la famiglia, un modo per celebrare e ricordare quel D’Inessa che ha dipinto i viaggi dell’anima.
