Accoglienza, una bellissima storia di ospitalità dentro la ‘Civita’ di Catania

Accoglienza, una bellissima storia di ospitalità dentro la ‘Civita’ di Catania

Sabato sera. Dentro la “Civita” di Catania.

Un caldo asfissiante e la porta di una casa vacanza che si chiude inaspettatamente dietro le spalle di due giovani turisti tedeschi, lasciando ogni cosa dentro il loro nido estivo: cellulare, portafoglio, vestiti e ogni strumento per riconnettersi con il mondo. La disperazione, lo sconforto, la paura di chi non conosce la lingua italiana, di chi si sente perduto. Giovani, belli ma per un attimo imprudenti. I gestori della struttura avevano previsto tutto, erano preparati a questa eventualità ma i turisti non riescono a contattare nessuno, isolati e sconfortati. L’inizio di una tragedia durante le vacanze siciliane.

La porta è chiusa, nessuna possibilità di rientrare.

Accoglienza, una bellissima storia di ospitalità dentro la ‘Civita’ di CataniaLoro, i turisti, spaesati e terrorizzati. Lo scenario sembra irrisolvibile e nel frattempo il tempo passa, la sera diventa notte, la paura diventa terrore: dove dormiranno, come ripartiranno, tutto diventa enorme e impossibile. Ma è proprio in questo momento in cui non appare nessuna soluzione che le cose prendono una piega diversa.

Un ragazzo che vive dentro il palazzo, dalla chioma bionda come un normanno, per caso, diventa una speranza. Conosce l’inglese e per questo diventa il tramite tra i turisti e la gente. Poi ancora: i vicini di casa, il pizzaiolo, il parcheggiatore, quello del chiosco, altri turisti marchigiani e gli angeli custodi, alla fine. Tutti a cercare soluzioni, a confortare i malcapitati turisti – vittima della loro stessa leggerezza. Ma nessuno resta indietro. Nessuno rimane solo. Si attiva subito la rete della solidarietà; chi porta acqua, chi cerca di aprire la porta, chi cerca le chiavi ovunque. Ore frenetiche, convulse, veloci e spasmodiche.

I due giovani diventano per un attimo ”figli” di tutti.

Nessuno andrà via senza prima aver risolto la questione. Si continua a tradurre ogni cosa, si asciugano le lacrime della ragazza tedesca, mentre il suo fidanzato cerca di sollecitare soluzioni. Tra sorrisi e lacrime passano i minuti e poi le ore ma nessuno trova soluzioni. I telefoni dei gestori sono spenti, probabilmente scarichi, comunque irraggiungibili e tutto si complica. Una prima soluzione è comunque definita, i turisti saranno ospitati nella casa del ragazzo dalle fattezze normane. Almeno per questa notte c’è una soluzione. Bisogna aprire la porta comunque perché l’indomani i due turisti devono tornare a casa, servono i soldi, le valigie, i cellulari ecc..

La piazza diventa lo spazio di tutti.

Accoglienza, una bellissima storia di ospitalità dentro la ‘Civita’ di CataniaArriva l’acqua, nuove soluzioni, conforto e rassicurazione e poi l’idea. Bisogna sperare nell’aiuto dei Vigili del Fuoco. Bisogna aprire la porta. Si chiama, si richiama e loro – gli angeli custodi – sono subito pronti. I turisti in difficoltà sono terrorizzati. Quanto costerà il loro intervento e che danni avrà la porta da sfondare? I giovani turisti sono preoccupati di ogni cosa, ormai non sanno più cosa può essere peggio: restare fuori la notte o le implicazioni dell’intervento dei “Vigili”.

Ma l’Italia è l’Italia. La Sicilia una terra di accoglienza e questo “quartiere” un luogo sicuro nella città di Catania. Gli uomini dei Vigili del Fuoco sono abituati a prestare soccorso a risolvere problemi impossibili, a confortare la gente. Arrivano, quasi in silenzio, rassicurano immediatamente e riaccendono la speranza. Loro intervengono “gratuitamente” per la gente e riescono a non rompere nulla. Aprono con professionalità e delicatezza, sono chirurgici, precisi, immediati e risolutivi. A questo punto scoppia l’applauso di tutti, gli abbracci e i sorrisi, a qualcuno persino le lacrime di gioia. Non si finisce di ringraziare questi uomini dello stato che vigilano sulla nostra sicurezza ma che possono risolvere persino le disavventure di due giovani turisti tedeschi in vacanza a Catania, senza clamori, senza foto, senza recensioni.

Sono il nostro orgoglio, in quel momento tutti noi ci sentiamo onorati di vivere in un Paese che – senza nascondere le infinite criticità – è un luogo meraviglioso. Uno stimolo per fare meglio, per garantire questa umanità pratica e solidale che solo questo popolo rappresenta. I turisti tedeschi sono basiti, stupiti. Si sono sentiti coccolare e curati da almeno sette, otto persone. Hanno conosciuto gli angeli custodi della gente, hanno misurato con mano il senso sacro dell’accoglienza. Hanno imparato una lezione di vita.

Sorrisi, abbracci e persino una birra insieme.

Poi le storie condivise, chi siamo, i racconti a tarda notte. La voglia di conoscersi e ritrovarsi. L’incubo è finito. Tutti a nanna e nel frattempo anche i gestori della casa vacanza sono tornati reperibili, i cellulari tornano a squillare. La soluzione c’era, avremmo dovuto aspettare l’indomani ma nessuno poteva prevederlo. Tutto è stato risolto e non resta che raccontarlo. Rimane la consapevolezza che i Vigili del Fuoco, la gente del quartiere “Civita” e la città di Catania sanno trovare soluzioni ed accogliere tutti, con semplicità. Sentirsi accuditi è una bella cosa e tutti hanno imparato qualcosa da questa avventura di fine estate nella terra di Sicilia. Oltre le retoriche, oltre i luoghi comuni, perché nessuno nasconde le criticità del sistema ma oggi vogliamo raccontare il senso di ospitalità e di solidarietà della gente e la professionalità e la disponibilità dei nostri angeli custodi in divisa.

Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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