Il governo apre al confronto con le compagnie aeree sulle misure contro il Caro voli messe a punto nel dl asset ma Ryanair gela le aspettative del ministro Urso: sono norme illegali e vanno eliminate o il vettore sarà costretto a tagliare le frequenze verso le isole.
«In sede di conversione il dl può essere migliorato», ha assicurato il ministro, optando per un atteggiamento dialogante anche nell’incontro con l’Ad della low cost, Eddie Wilson, che però evidentemente non è bastato. Il confronto quindi si prospetta in salita. Intanto, dalla Commissione Ue arriva arriva una richiesta di chiarimento: a quanto si apprende Bruxelles vuole dalle autorità italiane «informazioni più dettagliate sul contenuto preciso della misura in questione».
Una richiesta «fisiologica», si tratta si mera prassi burocratica, hanno precisato immediatamente fonti del Mimit. Urso in conferenza stampa ha rivendicato gli interventi per vietare l’uso dell’algoritmo e la profilazione degli utenti per definire i prezzi dei biglietti, per far fronte agli aumenti vertiginosi degli ultimi mesi che ha colpito soprattutto le isole. «Vogliamp evitare distorsioni di mercato» ma «siamo disponibili al confronto».
Lo ha ribadito anche ai vertici di Ryanair, nel corso del faccia a faccia di mercoledì avuto proprio con Wilson, ma Ryanair non ci sta. «E’ una norma illegale e populista, va eliminata», ha detto senza giri di parole l’Ad del vettore irlandese, intervistato da LaPresse dopo l’incontro con il ministro, in cui Urso «ha riconosciuto che Ryanair è un buon partner per l’Italia». La compagnoa non vuole andare contro il governo, «con il ministro ci incontreremo di nuovo dopo l’estate, lui ha assicurato che ci ascolterà e questo è un bene».
Ma se la norma non sarà cancellata «ci saranno conseguenze non volute per Sicilia e Sardegna», ha avvertito l’Ad. E ha fatto un esempio: «Ad Alghero d’inverno ci sono pochissimi voli, Ryanair vuole aprire le rotte invernali, ma perché dovrebbe farlo, con un tetto ai prezzi?». Ugualmente, «se posso scegliere di collegare Catania o con Trieste o con Barcellona, ma sulla tratta Catania-Trieste c’è un tetto, ovviamente sceglierò Barcellona».
Risultato: un deciso taglio alle frequenze dalle isole verso il continente che farà salire i prezzi dei biglietti a fronte di un servizio ridotto. Il dibattito sulle norme nel dl è ancora aperto. Per Bruxelles «la concorrenza sostenibile con la libera fissazione dei prezzi è di solito la migliore garanzia di prezzi accessibili nel mercato del trasporto aereo liberalizzato e di grande successo dell’Ue», ha fatto sapere un portavoce. Secondo il Mimit però è `molto rumore per nulla´. «Che la Commissione chieda notizie sulle misure adottate contro il caro-voli – hanno affermato fonti del dicastero – è del tutto fisiologico e rientra nelle normali interlocuzione tecniche fra gli uffici». Ryanair però insiste: «Algorirmo e profilazione non esistono, non siamo su Netflix», ha chiosato seccamente Wilson. Ma a farlo andare su tutte le furie è la parola `cartello´.
«Un insulto» per Ryanair che «ha raggiunto oltre 185 milioni di passeggeri abbassando i prezzi. Abbiamo liberato i cittadini italiani portandoli in tutto il mondo con tariffe basse», ha sbottato, puntando il dito contro il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, che aveva denunciato l’esistenza di un cartello Ryanair-Ita Ariways. Via Veneto è «stupita»: sull’uso della profilazione nella vendita dei biglietti aerei «sono disponibili ampie evidenze riportate da prestigiose riviste internazionali e l’America, e dunque `non lo Stato sovietico´, indaga il fenomeno già da molti anni», hanno fatto presente fonti del dicastero.
Adesso il governatore della Sicilia, Schifani ( amico e compare della SAC e delle camere del commercio siciliane) cosa fa?