Importazione di sostanze stupefacenti nel territorio nazionale senza autorizzazione.
E’ il reato contestato a Giuseppe Di Re, 41 anni arrestato dai carabinieri della compagnia di Paternò. In particolare lo scorso 12 giugno il fattorino di una ditta di trasporti ha recapitato un pacco presso l’abitazione di un 56enne paternese che, in quel momento assente, era stato invece ricevuto dal figlio.
Al suo rientro a casa l’uomo, consapevole di non essere in attesa di alcuna spedizione e supponendo che si trattasse di un errore, si è recato dai carabinieri raccontando l’accaduto e consegnandogli il pacco ricevuto.
I militari hanno provveduto ad aprire il pacco e hanno constatato che al suo interno si trovavano 5 chili e mezzo di marijuana, confezionata sottovuoto e suddivisa in cinque involucri, contrassegnati da nomi fantasiosi ma sicuramente di specifico effetto come “AK47, Crack e Pokemon” che identificherebbero il “marchio” del produttore/distributore. Dalle indagini è emerso che il pacco era stato spedito dalla Spagna e che la droga sequestrata, successivamente sottoposta ad esami di laboratorio, sarebbe stata sufficiente per la suddivisione in ben 36.585 dosi singole, da immettere sul mercato per la vendita al dettaglio. Solo il giorno successivo, però, l’ignaro destinatario del pacco avrebbe ricevuto sul proprio cellulare alcune telefonate da un’utenza sconosciuta alle quali non avrebbe risposto, seguite da un messaggio nel quale l’ignoto interlocutore, la cui utenza poi sarebbe risultata proprio quella di Di Re, gli avrebbe parlato di un presunto errore di consegna da parte del corriere, invitandolo pertanto ad un incontro per la restituzione del pacco.
Tali inviti nei confronti dell’ignaro destinatario del pacco si sarebbero intensificate nel breve volgere di alcune ore, poiché il 41enne si sarebbe recato presso l’abitazione del 56enne e al citofono avrebbe rivolto alla figlia un messaggio intimidatorio affermando d’aver individuato l’autovettura utilizzata dal padre, ottenendo un appuntamento l’indomani per giungere all’agognata consegna del pacco che per l’occasione, però, era stato “modificato” dai carabinieri con la sostituzione del suo contenuto originario.
Il giorno successivo il 41enne catanese è stato visto dai carabinieri giungere a bordo di una Lancia Musa sul luogo prefissato per l’appuntamento, in via Dei Platani di Paternò, quindi, ritirato il pacco dalle mani del 56enne, si è allontanato in direzione di Catania. Qui in via Zia Lisa, la Lancia Musa è stata individuata poco dopo dai carabinieri che hanno fermato il conducente nonché intestatario del veicolo, individuando Di Re che era intento a lavorare in una rivendita di fiori sita nei pressi del cimitero di Catania, riconoscendolo nelle fattezze e nell’abbigliamento, lo stesso che poco prima indossava nell’incontro avuto con il paternese destinatario del pacco.
Il 41enne avrebbe da quanto accertato dai carabinieri individuato ed utilizzato l’inconsapevole destinatario del pacco per sviare sospetti od accertamenti dei carabinieri nel caso di eventuali attività investigative, comunicando pertanto il suo indirizzo di casa al proprio fornitore estero della droga, senza nemmeno preoccuparsi di coinvolgere una terza persona in un grave reato.
L’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Piazza Lanza