Confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Messina la condanna a 30 anni di carcere per Salvatore Russo,
il paternese di 32 anni accusato del duplice omicidio di Antonino e Fabrizio Contiguglia, zio e nipote di 62 e 27 anni, commesso la sera di Ferragosto del 2019 a Ucria.
Il verdetto pronunciato dal presidente della Corte d’Appello Carmelo Blatti ha confermato anche le assoluzioni decise sempre in primo grado con la formula “perché il fatto non sussiste” per gli altri imputati e per i reati minori del processo, i parenti delle vittime, ossia Vittorio Contiguglia, Santino Contiguglia e il figlio Salvatore che rispondevano tutti e tre di violenza privata in concorso.
Ricostruendo i fatti,
Salvatore Russso, con il cognato e le rispettive famiglie, stava trascorrendo il periodo di ferragosto a Ucria ma ci fu un confronto verbale pittosto acceso, 24 ore prima degli omicidi, con Santino Contiguglia per l’uso di un parcheggio per disabili nel centro di Ucria. Così la sera del 15 agosto del 2019, assieme ad altri quattro familiari Santino Contiguglia, parente delle due vittime, si recò a casa di Russo chiedendogli di uscire per un chiarimento. La prima ipotesi prospettata dagli inquirenti era stata quella che Salvatore Russo si fosse impossessato di una pistola durante una colluttazione con i Contiguglia, strappando l’arma dalle mani di uno di loro, tanto da invocare inizialmente la legittima difesa. Ma la ricostruzione balistica e le successive indagini dei carabinieri della compagnia di Patti portarono ad altre conclusioni. Secondo gli investigatori Russo sarebbe stato in possesso di una pistola 7.65, detenuta illegalmente dopo averla acquistata sul mercato nero, nascondendola all’interno di una botola della sua abitazione, a Paternò. Furono i carabinieri a trovarla, durante una perquisizione.
Il collegio difensivo di Salvatore Russo è composto dagli avvocati Enrico Trantino e Salvatore Liotta, mentre i tre Contiguglia sono stati difesi dagli avvocati Giuseppe Bonavita e Luigi Gangemi. I familiari dei Contiguglia come parte civile, sono stati rappresentati dagli avvocati Luigi Gangemi, Alessandro Pruiti e Giuseppe Bonavita.
Ricordo benissimo che, all’epoca dei fatti, il vostro sindaco Naso, con addosso la fascia tricolore, in una pubblica piazza lo difendeva.
ti ricordi benissimo l’unico ad averlo dimenticato facendo il paladino della giustizia era il sig. Naso, povera ignoranza come siamo caduti in basso
Siamo caduti veramente molto in basso, basta vedere un sindaco, che per visibilità verso i suoi elettori, va a controllare 2 operai che tappano buche ( con asfalto a freddo) di una strada abbandonata e senza i minimi dispositivi antinfortunistici personali in barba alla legge 81 del 2008 sulla sicurezza su lavoro.