«Vedremo le funzioni, valuteremo le competenza e sceglieremo il profilo più adatto».
A delineare l’identikit del commissario che si occuperà di gestire la fase della ricostruzione post-alluvione è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il decreto di nomina non è atteso a stretto giro, nel Consiglio dei ministri che si terrà nei prossimi giorni andrà un provvedimento per la valorizzazione dei prodotti Made in Italy (e dovrebbe finire sul tavolo del governo anche la nomina dei commissari di Inps e Inail, da formalizzare con Dpcm entro mercoledì 31 maggio).
A Palazzo Chigi si prende tempo, si studiano le possibili alternative alla soluzione che porta al governatore dell’Emilia Romagna (e presidente del Pd), Stefano Bonaccini. Per Meloni, come ribadito nel corso di una intervista al `Messaggero´, la priorità è fare un bilancio complessivo: «Il mio principale problema non è chi spende i soldi ma trovarli, capire le cose da fare e capire quali procedure vanno migliorate per dare risposte immediate. Quando arriverà il tempo della ricostruzione ci occuperemo di chi sarà il commissario».
Su tempi e modalità della scelta si è espresso anche il ministro per la Protezione civile e per le politiche del mare, Nello Musumeci, secondo il quale solo dopo aver superato lo stato di emergenza (peraltro esteso anche ad alcuni comuni di Marche e Toscana) si passerà al dossier sul commissario per la ricostruzione. «La sua individuazione e nomina non sono ancora temi all’ordine del giorno», la linea di Musumeci, che tuttavia non combacia con quella del vicepremier e ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini. Il segretario della Lega, infatti, pur condividendo «la riflessione fatta da Meloni» sulla necessità di puntare adesso al reperimento delle risorse per intervenire sui territori colpiti dal maltempo, non allenta il pressing sul commissario: «Prima si fa, meglio è. Il mio auspicio è che venga indicato in fretta. E qualsiasi scelta farà il presidente del Consiglio per me andrà bene e avrà tutto il mio sostegno». «Io non ho antipatie, non metto veti», aggiunge Salvini, che non rinuncia però a mettere in chiaro un concetto: «I commissari vengono scelti in base a competenze tecniche, non in base a vicinanze, colori o simpatie politiche».
Una possibile soluzione potrebbe essere quella già inserita in una bozza del Dl Ricostruzione circolata nei giorni scorsi (che tuttavia palazzo Chigi ha smentito essere all’attenzione del governo) che prevede per l’incarico da svolgere un soggetto dotato «di professionalità specifica e competenza manageriale». Insomma, l’opzione per evitare che la questione incendi il dibattito politico potrebbe essere quella di una figura terza, un tecnico slegato dai partiti. «Il generale Francesco Paolo Figliuolo? L’ho conosciuto come commissario durante l’emergenza sanitaria ed è una persona assolutamente degna – ammette Salvini in un punto stampa alla Prefettura di Bologna -, però non ne so nulla e non commento nulla. Mi occupo di strade e ferrovie, non partecipo a toto-nomi e toto-nomine».