Tutto rimandato: il pareggio Napoli-Salernitana fa slittare la festa scudetto.
Lo scontento c’è, la delusione no perché in fondo – si dicono – manca poco. Il terzo scudetto del Napoli continua a essere a un passo e la mancata conquista in casa, ieri contro la Salernitana, lascia un po’ d’amaro in bocca nelle migliaia di cittadini che dal mattino si sono riversati in strada, anche per evitare di rimanere bloccati al di fuori della maxi area pedonale scattata alle 14.
Il dispositivo messo in campo da Prefettura e istituzioni ha retto l’onda d’urto di una marea umana per le strade dal mattino. In pochi hanno sfidato il divieto di circolare in città. Anche dopo la partita, il deflusso dei tifosi dal quartiere Fuorigrotta, dove si trova lo stadio `Diego Armando Maradona´, è stato regolare. Prima del match, un uomo è finito al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo, accoltellato al culmine di una lite per viabilità, mentre andava allo stadio. Colpito al torace, è stato giudicato guaribile in dieci giorni e dimesso. Sempre nel post partita, qualche momento di tensione si è registrato all’esterno dello stadio quando un gruppo di tifosi ha cercato di avvicinarsi ai cancelli nel tentativo di entrare, ma è stato allontanato dalle forze dell’ordine in tenuta antisomossa. In manette, invece, un 29enne, bloccato dai carabinieri mentre, prima del fischio di inizio della partita, ha cercato di forzare i tornelli della Curva A per entrare senza biglietto.
Dal mattino un fiume umano, azzurro, ha invaso le strade della città, sfidando l’allerta meteo che annunciava pioggia: nessuno era disposto a perdere la festa per il terzo scudetto del Napoli. Per non rischiare di rimanere fuori dalla maxi area pedonale disposta dal Comune, i tifosi di ogni età si sono riversati per le strade cittadine: tutti a piedi, e poco importa se i mezzi pubblici sono strapieni e in ritardo nonostante l’annuncio dei giorni scorsi che sarebbero stati rafforzati. Insieme si canta, insieme si festeggia nell’attesa del matcháallo stadio `Maradona´.
La città si è svegliata con la `sorpresa´ di uno scudetto gigante appeso tra le due colonne in Porta Capuana. Occhi (e cuore) puntati sull’orologio per il calcio di inizio delle 15, con un orecchio teso al match Inter-Lazio, a Milano. E quando la squadra di Inzaghi ha portato a casa il risultato, vincendo 3 a 1 contro la Lazio, a Napoli, sul lungomare di Mergellina, sono esplosi i fuochi d’artificio.
La febbre azzurra non ha risparmiato nessuno. Nemmeno le clarisse delle Trentatré, le monache cappuccine del monastero Santa Maria in Gerusalemme. Suor Rosa Lupoli, prima della partita, aveva scritto su Twitter: «Un ultimo passo ancora, per inebriarci di gioia», con due foto: sull’abito da suora la maglia del Napoli, e in mano una bottiglia di spumante, quelle `limited edition´, preparate per l’occasione. «Un po’ di delusione – ha scritto nel post partita – ma le prove generali sono andate alla grande. Continuiamo a festeggiare». Sulla terrazza del monastero, nel cuore del centro antico di Napoli, le clarisse erano pronte a festeggiare. Anche loro dovranno aspettare ancora un po’.