Massimo Giletti ha avuto totale libertà a La7, anche sulla mafia.
Il patron dell’emittente, Urbano Cairo, rompe il silenzio dopo la decisione di sospendere con effetto immediato Non è l’Arena e le ipotesi, rilanciate dalla stampa, che siano stati gli argomenti trattati nella trasmissione a determinare la scelta. Il conduttore fa sapere che la verità verrà fuori a tempo debito, ma, intanto, spiega che «l’Italia non è pronta ad ascoltare certe verità», mentre l’ex magistrato Antonio Ingroia, spesso ospite del programma, sottolinea che a suo parere il giornalista «si è spinto troppo in avanti rispetto a quello che si aspettava il suo editore».
Nessuna spiegazione ufficiale sul motivo della rottura, ma ora Cairo nega che sia dovuta alla linea editoriale. «Giletti – dice all’ANSA – ha condotto in 6 anni 194 puntate di «Non è l’Arena» dove ha potuto trattare in totale libertà tutti gli argomenti che ha voluto, inclusi quelli relativi alla mafia sulla quale ha fatto molte puntate, con tutti gli ospiti che ha voluto invitare. Gli auguro di trovare la stessa libertà incondizionata nella sua prossima esperienza televisiva o di altro genere».
La precisazione arriva dopo che i quotidiani hanno rilanciato le ipotesi che la chiusura fosse dovuta ai contenuti della trasmissione, sottolineando che nella prossima puntata si sarebbe parlato nuovamente di mafia, comprese le vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex senatore Antonio D’Alì e Marcello Dell’Utri, e che sulle rivelazioni fatte nella trasmissione dal tuttofare dei fratelli Graviano, Salvatore Baiardo, sull’arresto di Messina Denaro la Procura di Firenze sta svolgendo accertamenti e ha ascoltato lo stesso conduttore. Un faro sarebbe stato accesso anche su presunti pagamenti in nero a Baiardo da parte della trasmissione, ma su questo punto sono arrivate smentite sia dal giornalista che dall’intervistato, che in un video sui social ha assicurato che le somme pattuite sono state fatturate.
Oggi emerge, inoltre, che sarebbe stato l’ex agente Fabrizio Corona a vendere, tramite un’agenzia, alla trasmissione le chat audio tra Messina Denaro e due pazienti conosciute durante la chemioterapia. Corona era stato contattato dal conoscente di una delle donne divenute amiche del capomafia durante le cure alla clinica La Maddalena.
«Bisogna chiedere a Cairo il perché mi abbiano mandato via, forse l’ha fatto perché sono juventino», scherza Giletti ricevendo il Tapiro dall’inviato di Striscia La Notizia, Valerio Staffelli. Poi alla domanda se l’allontanamento sia collegato con la discussa messa in onda dello speciale su Messina Denaro, risponde: «L’Italia non è ancora pronta ad ascoltare certe verità, fa più comodo tenerle nei cassetti». Più diretto Ingroia, che domenica sarebbe stato ospite del programma per parlare di mafia e a Un giorno da pecora dice: «Secondo me si era spinto troppo in avanti rispetto a quello che si aspettava il suo editore. Credo proprio che se non avesse fatto trasmissioni sulla mafia la trasmissione non sarebbe stata chiusa».
Quello che filtra è che a determinare la rottura sarebbe stato, in realtà, il possibile ritorno in Rai di Giletti per condurre un programma il giovedì sera su Rai2 o la domenica su Rai3 al posto di Fazio. Ipotesi che si potrebbero concretizzare dopo il cambio dei vertici di Viale Mazzini, che secondo le indiscrezioni potrebbe realizzarsi entro fine aprile con la nomina del direttore di Radio Rai Roberto Sergio ad amministratore delegato e di Giampaolo Rossi a direttore generale. Entrambi, però, smentiscono di aver avuto avuto incontri con il conduttore, come sostenuto dalla stampa.