Indagare su tutte le misure adottate dal governo durante la pandemia, in particolare sull’efficacia del piano vaccinale, sulla legittimità di restrizioni e chiusure (a partire da quelle delle scuole), sugli acquisti di mascherine e di materiale didattico, come i famosi banchi a rotelle.
La proposta di legge per l’istituzione della commissione parlamentare di inchiesta sul Covid riceve il primo via libera dalla commissione Affari sociali della Camera. Il testo base – su cui si accordano le forze di maggioranza e che viene votato anche dal terzo polo – conferma che l’ambito di indagine sarà esteso anche ai vaccini, come caldeggiato soprattutto da Fratelli d’Italia, ma lascia fuori qualsiasi riferimento alla definizione delle zone rosse e al coinvolgimento delle regioni. È una delle ragioni per cui Pd e M5S abbandonano la commissione e non votano. E l’ex premier e leader dei cinque stelle Giuseppe Conte attacca il centrodestra: «Se intendono fare una commissione d’inchiesta farsa, con un finale già scritto che esclude l’analisi dell’operato delle Regioni, e che se mai mette in discussione l’utilità dei vaccini, allora se la faranno da soli», perché «abbiamo dimostrato serietà, responsabilità e senso delle istituzioni durante quei giorni bui e intendiamo continuare a farlo oggi. Il Paese chiede rispetto per le sofferenze provate e per le vittime del Covid. Non merita che una tragedia finisca preda di strumentalizzazioni politiche».
L’intesa raggiunta in maggioranza accelera i tempi, il testo viene riformulato e approda a Montecitorio per il voto. In merito ai vaccini, la commissione potrà «svolgere indagini relative agli acquisti delle dosi» nonché «all’efficacia del piano vaccinale predisposto», e stimare l’incidenza degli «eventi avversi e sindromi post vacciniche denunciate», si legge nel testo, che istituisce l’organismo bicamerale composto da 15 deputati e 15 senatori. Questi ultimi dovranno indagare anche sull’acquisto di «dispositivi di protezione individuale» e medici, verificando eventuali «ritardi, carenze e criticità nella catena degli approvvigionamenti» e indagando su abusi, sprechi, irregolarità”.
Un focus a parte la commissione di inchiesta dovrà dedicare ad alcune attività portate avanti dal Commissario straordinario: nello specifico riguardanti «l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale prodotti in Cina», la «realizzazione di strutture e unità sanitarie destinate ai pazienti affetti da COVID-19, degli hub vaccinali – le cosiddette primule – e dell’applicazione `Immuni´», l’acquisto «di banchi a rotelle». Più in generale l’inchiesta dovrà «valutare le misure di contenimento adottate dal Governo», individuando «eventuali obblighi e restrizioni carenti di giustificazione in base ai criteri della ragionevolezza» e verificando «il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali costituzionalmente garantite». Sotto la lente della commissione finirà in particolare «la legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza e relative proroghe, nonché dello strumento della decretazione d’urgenza», e «l’adeguatezza ed efficacia delle misure di chiusura delle scuole».
Il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione è fissato per martedì 18 aprile, poi partirà l’iter che si concluderà in aula. Ma il percorso non si annuncia facile. Il centrodestra esulta, con l’istituzione della commissione parlamentare di inchiesta sul Covid Fratelli d’Italia «non intende sostituirsi alla magistratura, ma vuole che sia fatta chiarezza su molte vicende che suscitano legittime perplessità e dubbi sulle modalità con cui è stata affrontata la pandemia». Insorgono invece Pd e M5S, per i quali la maggioranza vuole utilizzare la commissione «come una clava politica contro le opposizioni» – afferma la deputata cinque stelle Vittoria Baldino – che «si trovavano a gestire a mani nude quella situazione così complicata».
Mentre la collega di partito Chiara Appendino aggiunge: «Visto che non vogliono indagare sulle regioni e hanno tolto qualsiasi riferimento, o non conoscono la Costituzione o più probabilmente hanno qualcosa da nascondere. La commissione di inchiesta così come proposta è un insulto a tutti quelli che hanno vissuto la pandemia in prima linea». Anche per i dem «l’unico obiettivo è quello di usare vicende gravi e drammatiche per fare propaganda sulla pelle di chi ha sofferto e combattuto il Covid. Basti pensare che nel testo si mette in dubbio l’utilità dei vaccini, ammiccando ai novax, e non sono menzionate le regioni, cioè l’istituzione che ha la competenza principale sulla sanità», sottolineano i componenti della commissione Affari sociali. Dalle altre opposizioni si smarca invece il terzo polo, che vota con il centrodestra e che, secondo rumors parlamentari, potrebbe incassare la presidenza della commissione d’inchiesta con Davide Faraone. È proprio quest’ultimo a spiegare che «la nostra proposta sulla commissione Covid contiene anche le Regioni. Ripresenterò emendamenti che vanno in quella direzione. Spero che il centrosinistra e il M5S la smettano con l’Aventino e ci diano una mano per modificare questa legge».