Maternità surrogata e registrazione dei figli di coppie omogenitoriali continuano a tenere banco all’indomani della manifestazione di Milano delle famiglie arcobaleno.
In tema di tutela dei diritti dei minori maggioranza e opposizione sono pronte a scontrarsi in Parlamento, ma a rendere ancor più teso il clima sono le dichiarazioni dell’esponente di Fdi, Fabio Rampelli, che in tv parla di coppie omosessuali che «spacciano per figli loro» quelli concepiti all’estero con la maternità surrogata. Pratica questa che, ricorda il vicepresidente della Camera, «in Italia non è possibile», quindi «se una coppia formata da due persone dello stesso sesso chiede il riconoscimento, cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio significa che comunque questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali».
Su Facebook, per la festa del papà, Rampelli posta poi un messaggio per fare gli auguri a tutti quei padri «consapevoli di non poterlo essere senza una mamma. Affermazione tutt’altro che banale di questi tempi perché c’è chi ha scambiato le persone per oggetti o animali o specie arboree e i bambini per puffi, a proposito di peluche… Auguri a coloro che, impossibilitati ad avere figli perché amano un altro uomo tengono per sé il loro desiderio e non compiono scelte egoistiche a danno delle donne di cui acquistano l’ovocita e affittano l’utero per nove mesi e dei bambini, destinati a crescere in una vita tormentata, semplicemente perché desidererebbero avere una mamma, come natura prevede». «Un uomo – scrive ancora l’esponente di FdI – che difende sempre i bambini e il loro diritto a un’infanzia serena e naturale, è già padre».
Dichiarazioni che innescano l’immediata reazione dell’opposizione. La vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno (Pd), parla di «violenza atroce, non soltanto nei confronti dei genitori che scelgono di accogliere con amore dei figli, ma soprattutto nei confronti dei bambini che nemmeno possono difendersi. Si spacciano (loro sì) per politici degni del governo del Paese, sono solo reazionari violenti». Per la presidente dei senatori dem, Simona Malpezzi, si tratta di un «linguaggio inaccettabile nei confronti dei bambini». Critico il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: «Trovo del tutto sgradevoli, sbagliate e violente le parole utilizzate». Sulla polemica di giornata interviene su Twitter anche Carlo Calenda. «La lista degli statisti di Fratelli d’Italia si allunga ogni giorno di più – cinguetta il leader di Azione -. Ci sarà una fine? Ai posteri…». Calenda si sofferma anche sul discorso legato alla gravidanza per altri (gpa) ribadendo da un lato che «non è una strada eticamente accettabile» ma dall’altro che «occorre prevedere la possibilità di adottare per le coppie omosessuali. Dunque adozione, tutela dei figli sempre, ma la Gpa deve rimanere un reato».
Reato che secondo la ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Eugenia Roccella, «non è realmente perseguito» in Italia. Ecco perché a Montecitorio, forse già martedì, Fdi chiederà di calendarizzare in commissione Giustizia la proposta di legge «in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano». Tornando alla manifestazione di Milano, poi, la ministra, che mercoledì sera incontrerà alla Camera i deputati di Fdi per discutere delle tematiche relative alle sue deleghe, sottolinea che «il cuore del problema» resta la pratica dell’utero in affitto perché «non esiste una negazione dei diritti dei bambini. In Italia tutti i bambini hanno gli stessi diritti». E rispetto alle dichiarazioni rilasciate da Rampelli, pur riconoscendo che «spacciare è una parola che evoca altre cose», sottolinea che nella sostanza corrispondono a «verità». «Quando si fa l’iscrizione all’anagrafe – ricorda infatti Roccella ospite di Mezz’Ora in Più su Rai3 – devi dire una serie di cose, dove è avvenuta la nascita, chi è il genitore, e chiaramente se dici che i due padri sono entrambi genitori dici una cosa che non è la verità, perché uno dei due certamente non è la madre. La legge dice che per l’adozione ci vogliono una madre e un padre».