Migranti, nuovo naufragio in acque libiche: si ribalta barca con 47 persone a bordo

Migranti, nuovo naufragio in acque libiche: si ribalta barca con 47 persone a bordo

Mentre proseguono sulla costa crotonese le ricerche dei morti di Cutro e il tragico bilancio sale ancora, a 79 vittime, arriva la notizia di un altro naufragio e un nuovo attacco per il mancato intervento delle autorità italiane: Alarm Phone fa sapere che una barca con 47 persone a bordo, dalla quale erano arrivati una serie di disperati sos, si è ribaltata in acque libiche.

Diciassette i naufraghi soccorsi da un mercantile, ha reso noto la Guardia costiera, 30 sono dispersi. «Siamo scioccati – è il commento di Alarm Phone, che a più riprese aveva chiesto un intervento rapido per il barchino alla deriva -. Dalle 2.28 dell’11 marzo, le autorità erano informate dell’urgenza e della situazione di pericolo. Le autorità italiane hanno ritardato deliberatamente i soccorsi, lasciandole morire». I sopravvissuti saranno tutti portati in Italia, ad eccezione di due di loro, che faranno tappa a Malta perché hanno bisogno di cure urgenti.

Intanto a Cutro vanno avanti le operazioni di recupero delle vittime del naufragio del 26 febbraio: tre i cadaveri trovati domenica mattina, tra di loro un bambino, che fa salire a 24 il numero dei morti accertati di età inferiore a 12 anni. E non si placa la polemica politica. Con la segretaria del Pd Elly Schlein che, commentando la notizia del nuovo naufragio, parla di «una vergogna per l’Italia» e «per l’Europa». Dal canto suo, il vice premier ministro degli Esteri Antonio Tajani invita a «non strumentalizzare» i disastri e le morti e ribadisce che «l’Italia non lascia mai nessuno senza soccorso».

Mentre in mare si continua a morire, a Lampedusa è emergenza sovraffollamento nell’hotspot che ospita oltre duemila persone. Il presidente della Regione, Renato Schifani, si è recato sull’isola, per fare il punto della situazione insieme al prefetto Valerio Valente, capo Dipartimento nazionale libertà civili e immigrazione del Viminale, e a Salvo Cocina, capo dipartimento regionale della Protezione civile. «Ho voluto constatare di persona con un sopralluogo la situazione relativa all’accoglienza nell’hotspot – spiega -, messa a durissima prova dall’ingente numero di migranti». Lunedì scatterà il piano trasferimenti che riguardarà oltre 600 persone: 183 partiranno la mattina in nave e circa 430 lasceranno l’isola nel pomeriggio. «Lampedusa è la porta d’Italia, non la porta della Sicilia – rimarca Schifani -, purtroppo l’Europa nonostante i nostri forti richiami non ha mai dato risposte concrete ed è arrivato il momento che si assuma le proprie responsabilità».

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