«Il mio contributo a chi sarà chiamato ad amministrare sarà pieno e totale, non c’è dubbio. Speriamo che ci sia un giovane o una giovane che si sentano di raccogliere questo testimone. Io non sarò il candidato. A fine settimana prossima gli autonomisti catanesi faranno un congresso e uscirà il nome di un candidato sindaco, autonomista. E non sarò io».
Lo ha detto l’ex presidente della Regione ed leader del Mpa Raffaele Lombardo incontrando i giornalisti a Catania in una conferenza stampa dedicata alla recente ‘assoluzione’ della Cassazione.
“LA TORTA LA PORTANO I PENTITI”
«Sono arrivati tanti collaboratori di giustizia. Inattendibili, ma sono stati portati nel processo. La `torta´ non è che la confezionano i magistrati. Gliela portano. Io credo che gli ultimi tre collaboratori di giustizia che sono intervenuti nel secondo appello siano stati importanti per indurre i giudici ad assumere la decisione che poi hanno assunto nella seconda sentenza di appello. Chi ha detto loro a di venire a raccontare la favoletta? Qualcuno glielo avrà detto. Un magistrato, chiaro che li deve interrogare e li deve portare in udienza. Ma qualcuno li ha imbeccati».
L’esponente politico ha ricordato che «non c’è persona che può entrare in presidenza che non lascia i documenti, che non viene ripresa dalle telecamere». Quanto alle voci sulla misura cautelare, ha aggiunto, «ci furono articoli di stampa secondo cui il provvedimento era pronto, che era firmato, che era alla firma del procuratore dell’epoca. Io avevo preparato la lettera di dimissioni da presidente della Regione»: lo ha detto a Catania l’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, incontrando i giornalisti. Riannodando le fila del processo, Lombardo ha ricordato: «Eravamo nel marzo-aprile del 2010. Poi, a smentire la notizia fu il procuratore. Era all’ordine del giorno l’ipotesi. Non so cosa sia successo. Certo è possibile che ci fosse allora la volontà di arrivare fino in fondo rispetto a questa richiesta di misure cautelari. E siccome questo provvedimento fu avversato da chi di competenza probabilmente, allora, si sarà ricorso ancor prima alla scorciatoia dello sputtanamento giornalistico».